Spagna, Irlanda e altri Paesi membri dell’Unione europea intendono riconoscere lo Stato palestinese il 21 maggio. Lo ha detto il capo della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, prima del voto atteso oggi dell’Assemblea delle Nazioni Unite sulla proposta palestinese di diventare uno Stato membro a pieno titolo.
Borrell, prima del voto dell’Assemblea dell’Onu, ha detto che Spagna, Irlanda e altri Paesi membri dell’Ue riconosceranno lo Stato palestinese
Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha dichiarato a marzo che Spagna e Irlanda, insieme a Slovenia e Malta, hanno concordato di compiere i primi passi verso il riconoscimento di uno Stato palestinese accanto a Israele, considerando la soluzione a due Stati essenziale per una pace duratura.
L’Assemblea Generale dell’Onu voterà oggi la bozza di risoluzione che prevede di riconoscere la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, e raccomanderà al Consiglio di Sicurezza di “riconsiderare favorevolmente la questione”. Il parere favorevole dei Quindici è necessario per diventare membri a pieno titolo dell’organizzazione internazionale, prima di arrivare al voto ed eventualmente all’approvazione dell’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.
Oggi all’Assemblea generale dell’Onu approda la bozza di risoluzione che prevede di riconoscere la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni unite
La bozza al vaglio dei 193 membri – che dovrebbe ottenere una larga maggioranza – prevede comunque alcuni diritti e privilegi aggiuntivi per la Palestina. Ad esempio quello di essere seduti tra gli Stati membri in ordine alfabetico, oppure di presentare proposte, emendamenti e sollevare mozioni procedurali in Assemblea (non concessi all’altro Stato osservatore non membro, la Santa Sede, né all’Unione Europea). Tuttavia i palestinesi non avrebbero ancora il diritto di voto in Assemblea Generale, né sarebbero in grado di presentare la propria candidatura per i principali organi delle Nazioni Unite come il Consiglio di Sicurezza, il Consiglio Economico e Sociale (Ecosoc) o il Consiglio per i Diritti Umani.