“Servono più risorse alla Difesa. Il 2 per cento alla Nato è solo un inizio”. Lo afferma il ministro della Difesa Guido Crosetto in una intervista alla Stampa che gli chiede: Lei, da prima di Trump, batte sul tasto del famoso due per cento sulle spese militari. Ora Trump chiede agli europei il cinque per cento. Impensabile?
“Lo fa alla Trump” risponde il ministro. “Siccome – aggiunge – non investite da 20 anni, per raggiungere il livello adeguato investite al cinque per cento. Razionalmente non fa una piega, ma per il bilancio delle nostre nazioni è impensabile. I Paesi europei non possono toccare welfare e conquiste sociali. Ciò detto, in questo contesto, il due per cento non è più un punto di arrivo da tempo, ma solo di partenza. Ma questo è solo un target economico. Il mio impegno irrinunciabile è garantire la difesa di questo Paese, indipendentemente da quelche accade”.
“Il 2 per cento alla Nato è solo un inizio”. Il ministro Crosetto insiste sulla politica di riarmo
Poi aggiunge: “La verità è che al momento non abbiamo né risorse né scorte né investimenti per garantire la difesa dell’Italia nei prossimi anni come dovremmo. E quindi serve un’accelerazione. Non lo dico io, ministro pro tempore alla Difesa. Lo dicono le forze armate, i tecnici cui abbiamo delegato la difesa del nostro Paese. Lo direbbero anche a un ministro dei Cinque stelle”, sottolinea Crosetto.
Il Movimento 5 Stelle critica il governo sulle armi
“A quanto pare il governo ha scelto di giocare sporco per nascondere ai cittadini i reali costi di un riarmo, con armi americane, che gli italiani proprio non vogliono. Sui giornali di oggi leggiamo dati e affermazioni a dir poco discutibili. Il primo è che il governo quantifica in 8 miliardi l’aumento di spesa militare necessario per arrivare subito al 2 percento del Pil, ovvero a 44 miliardi l’anno. Delle due l’una: o nascondono che per arrivare a quella cifra dai 33 miliardi di oggi servono almeno 10 miliardi se non di più, oppure nascondo la reale dimensione della spesa miliare attuale che quindi sfiorerebbe i 36 miliardi, ben più di quelli dichiarati”. È quanto dichiarano i capigruppo M5S delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, Marco Pellegrini e Bruno Marton.
“Altrettando oscuro appare il tentativo del governo di ‘fregare’ la Nato riducendo a 3 miliardi l’impatto economico dell’operazione ‘2% subito’ mettendo nel calderone 5 miliardi di spese già a bilancio per voci che esulano dalle linee guida Nato per il conteggio delle spese militari come le Guardia Costiera, la Guardia di Finanza e i Carabinieri – tutti, non solo quelli dispiegabili in operazioni all’estero” continua la dichiarazione dei due pentastellati.
“E poi la chicca del ministro Crosetto per preparare il terreno alla missione Usa di Meloni che porterà in dono a Trump 7 miliardi per l’acquisto di altri venticinque caccia F-35 americani: per il ministro sono la dimostrazione che comprando armi Usa si guadagna più di quello che si spende. Peccato che i dati della Difesa attestino che per gli F-35 si sono spesi finora 20 miliardi dei contribuenti a fronte di un ricavo di meno di 5 miliardi, per Leonardo”, concludono Pellegrini e Marton.