Alla Regione Lazio i vitalizi sono stati rottamati da un pezzo. Ma fino a ieri, capire quale fosse il nuovo trattamento previdenziale riservato ai consiglieri della Pisana era un’impresa praticamente impossibile. Anche perché, la norma introdotta nel 2013, relativa al nuovo regime pensionistico dei consiglieri del Lazio, rinviava ad un ulteriore provvedimento legislativo la definizione di una disciplina organica. Approvata proprio ieri, nella legge che detta nuove disposizioni per la semplificazione e lo sviluppo regionale, grazie ad un emendamento dell’esponente del Movimento Cinque Stelle, Devid Porrello, che riscrivendo la norma del 2013 ha introdotto requisiti e limiti precisi per il passaggio al sistema contributivo.
Limiti rigorosi – Ma cosa prevede, nel dettaglio, la nuova disciplina? Il trattamento spetta ai consiglieri regionali cessati dal mandato, chiarisce innanzitutto la nuova norma, “che abbiano compiuto i 65 anni di età”, che “abbiano versato i contributi previdenziali per almeno cinque anni di mandato” e – è questa la principale novità – “per un massimo di tre mandati anche non consecutivi”. Pure se relativi a legislature regionali incomplete, cioè terminate prima dei cinque anni della scadenza naturale. Di fatto la norma fissa l’importo massimo dell’assegno spettante agli ex consiglieri nella somma equivalente a quindici anni di contributi versati. Quanto, invece, ai requisiti anagrafici, per i consiglieri del Lazio valgono le stesse regole attualmente in vigore anche per gli ex parlamentari. “Per ogni anno di mandato oltre il quinto (allo scoccare del quale si acquisisce il diritto ad incassare la pensione a 65 anni, ndr), l’età richiesta per il conseguimento del diritto al trattamento previdenziale è diminuita di un anno, fino al limite di sessant’anni”. Ma non è tutto.
Lacuna colmata – L’emendamento introduce un vero e proprio divieto di cumulo tra il trattamento previdenziale degli ex consiglieri e le indennità spettanti per l’assunzione di eventuali nuove cariche. “Qualora il consigliere regionale o l’assessore non componente del Consiglio cessato dalla carica rientri a far parte del Consiglio regionale oppure sia eletto alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica, al Parlamento europeo o ad altro Consiglio regionale, ovvero sia nominato ministro o assessore regionale – prescrive la nuova norma – l’erogazione del trattamento previdenziale resta sospeso per tutta la durata della nuova carica e viene ripristinata dal primo giorno del mese successivo a quello in cui avviene la cessazione”. Insomma, l’obiettivo è chiaro: equiparare il sistema previdenziale, a partire dai criteri di calcolo e di rivalutazione dei contributi, a quello dei dipendenti pubblici. “Fermo restando che i vitalizi erano già stati aboliti, fino ad oggi (ieri, ndr) ai cittadini non era dato sapere come fosse regolato il trattamento pensionistico dei consiglieri regionali del Lazio – spiega Porrello, sentito da La Notizia -. Una lacuna che il mio emendamento ha di fatto colmato”. E non finisce qui. Perché, assicura l’esponente del Movimento 5 Stelle, la battaglia contro i vitalizi non si ferma e anzi continua. “Ora il nostro prossimo obiettivo è quello di intervenire sui vecchi assegni degli ex consiglieri regionali – assicura Porrello -. Ricalcolando i trattamenti in essere con il sistema contributivo”. Un intervento, in sostanza, speculare rispetto a quello già adottato alla Camera e in arrivo al Senato.