I tecnici non sono più di moda neanche nello sport

di Marco Castoro

Dopo il fallimento del governo Monti i tecnici non vanno più di moda nemmeno nello sport in tv. Sia la Rai sia Mediaset, infatti, hanno affidato la responsabilità delle testate sportive a due direttori che non provengono affatto dal mondo del giornalismo sportivo. Si tratta di Mauro Mazza e Claudio Brachino. Una coincidenza oppure stiamo davanti all’uovo di Colombo? Il primo ha diretto il Tg2 e Raiuno, il secondo è stato vicedirettore di Studio Aperto e numero uno a Videonews. Due direttori che si sono occupati di politica, cronaca, economia e poco di sport. Brachino lascia a Mario Giordano una struttura cresciuta negli ultimi cinque anni in maniera consistente, con trasmissioni di successo da sfoggiare come fiori all’occhiello. A cominciare da Mattino 5 che con Brachino ha raggiunto al 22% di share, fino agli ultimi esperimenti perfettamente riusciti come Quinta colonna e Quarto grado, trasmissioni in grado complessivamente di mettere in scena 80 puntate l’anno. Ora a Giordano spetta il compito di realizzare altri programmi nuovi di intrattenimento targati Videonews, mentre a Brachino magari di riportare un programma cult di Mediaset della domenica come Pressing o Controcampo, finito negli ultimi anni nella soffitta del Biscione.

Il guanto di sfida di Minzolini
L’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini, ora senatore del Pdl, alza il tiro sulle nomine di dirigenti decise da Viale Mazzini. In un’interrogazione ai ministri dello Sviluppo Economico e dell’Economia, Minzolini sostiene che tra i nominati «ci sono anche dirigenti che hanno come principale requisito quello dell’amicizia o quello dei vecchi rapporti professionali che li legavano al direttore generale Luigi Gubitosi». Il senatore pidiellino fa alcuni nomi: «Mi riferisco al direttore delle relazioni esterne (Costanza Esclapon ex Wind), al direttore finanziario (Camillo Rossotto, ex Fiat), al responsabile dell’Audit (Gianfranco Carriola, ex Eni), al direttore generale di Sipra (Fabrizio Piscopo, ex Sky), al vice responsabile degli affari legali insieme ad altri due avvocati, al vice capo dello staff del dg, ex Wind». Come se non bastasse il direttorissimo chiede anche l’ammontare del costo per l’azienda di queste assunzioni tutte a tempo indeterminato e i criteri seguiti, essendo la Rai un’azienda sottoposta a rigidi vincoli di spesa. Inoltre Minzolini chiede di conoscere la filosofia che è alla base di queste scelte del direttore generale. Minzolini è in attesa della sentenza del giudice del lavoro che dovrà decidere sul reintegro nel posto di lavoro. Tg1 o capo dei corrispondenti? Certo, se dovesse ottenere il reintegro al Tg1 sarebbe un bel problema per Gubitosi (e anche per Mario Orfeo).

Flussi o deflussi
Il capo del personale di Viale Mazzini continua a stare al centro dei rumors riguardanti le nomine. Sulla sua sostituzione circolano nomi tra i più svariati. L’ultimo in ordine di tempo l’ha fatto Dagospia: si tratta di Luciano Sale, direttore Risorse Umane della compagnia telefonica Wind, la stessa in cui Gubitosi era amministratore delegato. Ma l’ufficio stampa della Rai ha seccamente smentito l’indiscrezione in una nota: “Le ipotesi dell’assunzione di un manager in sostituzione del responsabile delle Risorse Umane e Organizzazione, Luciano Flussi, sono totalmente false”.

@marcocastoro1