Potenzialità da numeri uno, nervi da dilettanti. A Fabio Fognini non manca certo la compagnia di altri talenti sportivi italiani che avrebbero potuto fare molto di più se avessero avuto la testa sulle spalle. Magari alcuni potranno ancora farlo, essendo tuttora in attività e con margini di tempo per maturare. Il tennista azzurro spera di “mettere la testa a posto” con la nascita del suo primo figlio con Flavia Pennetta. Gli Internazionali di Roma hanno mostrato il meglio e, ancora una volta, il peggio del Fogna. Strepitosa, perfetta, la partita di Fognini che ha eliminato il numero uno al mondo Andy Murray. L’azzurro non ha sbagliato nulla, mettendo a segno colpi da vero campione che hanno fatto sognare gli appassionati di tennis. “Finalmente Roma ha visto il vero Fabio”, commentava entusiasta il tennista dopo la grande vittoria. Peccato che qualche ora più tardi la Capitale abbia visto anche il peggior Fabio, quello che protesta e scaraventa nervosamente racchette a terra. Fognigni, sconfitto due giorni fa agli Ottavi degli Internazionali di Roma dal promettentissimo ventenne tedesco Alexander Zverev, se l’è presa prima con gli arbitri e, poi, con gli organizzatori rei, a suo dire, di averlo fatto giocare a mezzogiorno favorendo così il più pimpante avversario. “Ora vado a vincere il mio torneo più grande”, ha commentato Fognini regalando anche l’unico sorriso di giornata a proposito della nascita del figlio. Alla vigilia dei 30 anni, che compirà mercoledì prossimo, il Fogna ha ancora un po’ di tempo per provare a salire di livello. È convinto che il bebè in arrivo farà bene anche al suo carattere complicato. E noi lo speriamo anche per il bene del tennis italiano. Oltre a fare a lui e alla Pennetta i migliori auguri per la creatura in arrivo.
Gli altri casi – Matrimonio e figli hanno fatto sicuramente bene ad Antonio Cassano. Talento indiscusso del calcio italiano, ma un altro che ha fatto troppo poco rispetto alle potenzialità dimostrate solo a fasi alterne. Le numerose “cassanate”, così sono stati battezzati i suoi comportamenti esuberanti, sono entrate di diritto tra i neologismi della Treccani. L’imitazione del suo allenatore Fabio Capello al Real Madrid è già storia. Che dire, poi, di Mario Balotelli. Fisicità e numeri di alta scuola a cui non sempre hanno corrisposto comportamenti esemplari in campo e fuori. Super Mario, però, ha dalla sua l’età, ancora utile per tornare a fare il Super Mario. Magari quello ammirato con la maglia azzurra agli Europei del 2012. Genio e tanta sregolatezza ha mostrato anche Daniel Pablo Osvaldo. Che a suon di gol è arrivato a vestire anche la maglia azzurra. Fino a che ha deciso di far suonare la sua chitarra lasciando il calcio a solo 30 anni per fare il musicista. Avrebbe potuto fare di più, ma Osvaldo è uno spirito libero. E ora, come raccontato proprio da lui, anche una persona più serena.