Remain or Leave, this is the problem. Il referendum sulla Brexit, infatti, si gioca sul filo della scelta tra la permanenza della Gran Bretagna nell’Unione europea o la fuoriuscita, con un dubbio shakespeariano. Gli ultimi sondaggi parlando di un’inversione di tendenza rispetto ai giorni scorsi, quando quasi tutti i rilevamenti davano favorita la Brexit, soprattutto dopo l’aggressione mortale alla deputata laburista Jo Cox. La situazione sarebbe ora di 53% per il Remain e il 47% per il Leave.
Il quadro resta comunque fluido. Per questo il premier David Cameron ha lanciato il suo appello a due giorni dal voto del 23 giugno. “È una decisione cruciale per la Gran Bretagna”, ha affermato il primo ministro. “So che l’Europa non è perfetta, ma per il Paese è meglio restare nell’Ue, perché sarà più sicuro e più prospero economicamente”, ha aggiunto Cameron. E, nel corso del suo intervento, ha detto di volersi rivolgere “direttamente alle persone della sua generazione e ai più anziani”, chiedendo di non intaccare “le speranze e i sogni dei figli e nipoti”. Perché, ha concluso il leader dei conservatori britannici, “le conseguenze dell’uscita dall’Ue peseranno sulle generazioni future che pagherebbero il prezzo più alto in termini di commercio e posti di lavoro”.
Scozia pro-Ue
In questo quadro la Scozia sembra destinata a essere la roccaforte anti-Brexit. “Il mio dovere è quello di proteggere gli interessi della Scozia in ogni circostanza”, ha affermato il primo ministro scozzese, Nicola Sturgeon, in merito al referendum. La numero uno del partito nazionalista ha quindi fatto propria la posizione dei principali imprenditori. Anche perché la fuoriuscita della Gran Bretagna dall’Ue provocherebbe un pesante danno alle esportazioni, compresa quelle legate al settore del whisky.