La gestazione è quella dei tempi della sinistra: lunga, laboriosa, complicata, piena zeppa di se e di ma. Eppure, dal Politicamp di Reggio Emilia è arrivato un segnale di unità oltre il Partito democratico. Anche perché, proprio nel giorno della “reunion” sul palco dell’evento organizzato da Possibile di Pippo Civati, un sondaggio ha svelato le potenzialità di un’area a sinistra, alternativa a Matteo Renzi: un bacino del 12% netto. La metà appartiene a quel Movimento democratico e progressista benedetto da Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema, mentre il resto è suddiviso tra Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni, insieme a Possibile e il Campo progressista fondato da Giuliano Pisapia. E, stando ai rilevamenti, la fuga dal Pd renziano potrebbe non essere finita.
A rilanciare il progetto unitario è stato proprio Civati, il padrone di casa del Politicamp. “Per favore non dividiamoci, non lo capirebbe nessuno: se facciamo due liste andiamo incontro ad una tragedia politica. Facciamo un manifesto tutti insieme e da domani mattina cambiamo l’Italia, perchè questo è il nostro compito”, ha scandito davanti alla platea che in precedenza ha tributato sonori applausi al leader di Sinistra italiana Fratoianni e a uno dei fondatori di Mdp, Roberto Speranza, che ha parlato di “passo avanti” per la nascita di una forza progressista. E non è mancato l’appello alla minoranza dem, tentata dalla fuoriuscita dal partito. Civati ha aperto la porta a Gianni Cuperlo e al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: “Dobbiamo essere meno presuntuosi con chi esce dal Pd. Anche chi esce per ultimo è il nostro primo elettore”.
“Ovunque vado nelle piazze e per le feste in giro per il Paese incontro la stessa domanda di unità: ma vogliono contemporaneamente credibilità, rinnovamento, nettezza nelle scelte”, ha ribadito Fratoianni, rilanciando l’idea di unirsi il prima possibile. Un’unità che, almeno sulle parole, c’è. Ma che pure sembra abbastanza lontana nei fatti.