Arriva un’altra bocciatura per il Campidoglio e il sindaco dem Roberto Gualtieri. La Capitale, secondo i romani, è ancora sotto la sufficienza nella stragrande maggioranza degli aspetti. Lo rivela la terza indagine sulla qualità dei servizi erogati direttamente da Roma Capitale effettuata dalla Cgil Roma e Lazio e dalla Federconsumatori Lazio.
Vivere nella Capitale è un incubo. Uno studio Cgil-Federconsumatori inchioda Gualtieri. Dopo un anno, servizi pessimi e qualità della vita scadente
Un’analisi condotta dal 5 settembre al 5 dicembre dello scorso anno su un campione di 1.052 cittadini, dai 15 ai 90 anni, che mette in luce una situazione a dir poco sconfortante per la Capitale che si trova ancora a combattere contro rifiuti, trasporti e decoro urbano. Secondo i dati, infatti, per 47 cittadini su 100 il servizio di trasporto romano è insufficiente o, addirittura, pessimo. Risultato ancora peggiore per quanto riguarda il decoro cittadino – ovvero raccolta rifiuti, illuminazione urbana, qualità della vita e decoro urbano – che 68 romani su 100 reputano pessimo o insufficiente.
Ma andiamo nel dettaglio: il 49% degli intervistati ritiene insufficiente il servizio di trasporto di superficie (bus); leggermente meglio, ma non accettabile quello metropolitano con una percentuale di romani vicina al 40% che lo reputa insufficiente e appena uno 0,2% che invece si esprime positivamente, valutandolo ottimo. E il servizio dei treni? Il 29,3% lo considera insufficiente, mentre circa il 40% gli dà un 6.
Ma il risultato più difficile da digerire per il sindaco Roberto Gualtieri sarà stato di certo quello inerente alla raccolta dei rifiuti, che viene bocciata tout court dal 54,6% dei cittadini con il 31,5% che addirittura lo reputa pessimo. È il consigliere capitolino del M5S, Paolo Ferrara, raggiunto da La Notizia, a commentare il dossier: “Siamo nel 2023 e per Gualtieri gli alibi sono finiti: non si può più dare la colpa all’amministrazione precedente, bisogna accettare il giudizio dei cittadini, riflettere e risolvere i problemi. Cosa che il Pd”, prosegue, “sta già dimostrando di non saper fare, perché la prima cosa che ha fatto l’assessore Catarci è alzare gli scudi, sostenendo che il campione degli intervistati ‘non è rappresentativo’.
Domanda: se il sondaggio fosse stato in loro favore, avrebbe detto la stessa cosa?”. Effettivamente il Campidoglio non ci sta. Tanto’è che, appunto, l’assessore ai Servizi al territorio, Andrea Catarci, come si legge sulle pagine de Il Messaggero, ha spiegato che i dati sopracitati sarebbero “da prendere con cautela, in quanto il campione intervistato in questa rilevazione non è rappresentativo di tutti i cittadini romani in quanto scelto dal database di Federconsumatori”.
Fatto sta che i dati che emergono dall’indagine non fanno fare una bella figura a Roma e ai romani, che continuano a reputare la qualità della vita non sufficientemente adeguata a quanto ci si aspetterebbe in una Capitale europea. Bisogna dire che si salvano tre settori: gli asili nido, l’acqua pubblica e le farmacie che vengono giudicate dalla maggior parte del campione meglio rispetto al resto dei servizi.
Per quanto riguarda le farmacie comunali solo il 16,4% ritiene che svolgano un servizio insufficiente o pessimo. Allo stesso modo, asili nido e acqua pubblica sono visti negativamente da appena il 6% dei romani. Débâcle invece per quanto riguarda l’offerta culturale che peggiora di quattro punti percentuali: un romano su 10, infatti, si ritiene insoddisfatto. Per il primo anno, poi, Federconsumatori e Cgil hanno voluto approfondire anche l’aspetto dei servizi online, che vengono percepiti negativamente dalla metà degli intervistati anche se il 13,4% ha preferito non esprimersi al riguardo.