I fondi per il decreto Sostegni ter sono insufficienti. Altro che miracolo del governo dei Migliori. Con questo principio la componente l’Alternativa ha annunciato una precisa richiesta al governo: “Bisogna stanziare ulteriori risorse da distribuire interamente a supporto dei settori colpiti dalla crisi economica aggravata dalla pandemia”. Un’istanza messa nero su bianco in un’interrogazione che nelle prossime ore sarà depositata alla Camera.
Decreto sostegni, arriva un’interrogazione parlamentare dopo un articolo de La Notizia
IL CASO. A partire da quanto rivelato nell’articolo pubblicato da La Notizia, sabato scorso, infatti, è stato deciso di predisporre l’atto parlamentare. Anche perché il provvedimento, varato dal Consiglio dei ministri a fine gennaio, è approdato oggi al Senato, dove sarà esaminato e approvato. Difficilmente a Montecitorio si potrà toccare palla. Il segnale è stato quindi lanciato con un altro strumento. La criticità indicata è la “matrioska” messa in atto dal governo Draghi: un decreto, il Sostegni ter, che attinge un miliardo e mezzo di euro di fondi (sul miliardo e 600 milioni circa stanziati in totale) dal precedente provvedimento, il Sostegni bis. E che, a sua volta, aveva reperito i soldi dal primo decreto Sostegni, abbozzato dal Conte bis e realizzato dai “Migliori” dopo la crisi che ha portato alla fine del precedente esecutivo. Una girandola.
L’INIZIATIVA. La prima firmataria dell’interrogazione è Emanuela Corda, deputata de l’Alternativa, che insieme ai colleghi ha deciso di investire direttamente del caso il ministro dell’Economia, Daniele Franco, responsabile principale della gestione delle risorse per il decreto Sostegni ter. Insieme, ovviamente, al suo numero uno di sempre, Mario Draghi. “Il fatto politico più grave è che questo governo sta vivendo di rendita, i miracoli promessi non sono stati per niente realizzati”, spiega Corda a La Notizia. “Anzi – aggiunge la deputata – con la scusa del green pass, hanno tenuto aperte le attività, che però hanno fatto meno affari. Così sono diminuiti gli introiti e non sono stati dati i sostegni. Una beffa”.
Il testo chiede una risposta dal Mef, nella sostanza, senza fronzoli: un incremento dei fondi per commercianti e imprenditori. Perché, come si legge nella bozza dell’atto, il decreto “non garantisce le risorse necessarie e attese dalle categorie professionali in difficoltà e che stanzia risorse con meccanismi tali che non vengano distribuite”. “Paradossalmente – insiste Corda – il lockdown dava maggiori garanzie alle attività, dando i ristori per contrastare le perdite”. Il focus si sposta sul fatto che i fondi siano arrivati a pochi.
“Le misure alle piccole e medie imprese sono state poco accessibili per meccanismi pieni di cavilli, di parametri complicati. Chi ha investito in nuove attività, per esempio, non risultava coinvolto nel provvedimento e non ha ricevuto niente”. Per questo c’è stato un avanzo di risorse del Sostegni ter. “Ora chiediamo uno sforzo maggiore. Quello che si sta facendo è insufficiente, è davvero nulla”, è la sintesi.