La mozione della discordia. Il deputato del Pd, il renzianissmo Edoardo Fanucci, sta raccogliendo le firme per depositare alla Camera il documento che si prefigge uno scopo ben preciso: impegnare il Governo a evitare l’aumento della accise di benzina e sigarette, ipotizzato per la manovra correttiva. “Sarebbe un errore grave perché si colpirebbero, in particolare, le fasce più deboli della popolazione”, aveva detto Fanucci, aggiungendo: “Le risorse necessarie alla correzione dei conti dovranno essere individuate unicamente dal taglio alla spesa pubblica improduttiva e dalla lotta all’evasione fiscale e all’elusione fiscale”.
La mozione ha raccolto 37 adesioni da parte dei renziani alla Camera, anche se qualcuno ha preso le distanze. “Una mozione di quella rilevanza che coinvolge direttamente le politiche dell’esecutivo viene di solito promossa dall’intero gruppo parlamentare, non da una serie di parlamentari”, ha detto il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti. “Io non l’ho firmata perché non l’avevo neanche vista. Ma di regola firmo o quelle del gruppo o quelle promosse da me”, ha aggiunto l’ex candidato a sindaco di Roma. E dalla minoranza dem arriva anche una bacchettata: “La mozione di Fanucci, giovane e bravo parlamentare Pd, la trovo strumentale”, ha commentato il presidente della commissione Bilancio a Montecitorio, Francesco Boccia. Da Palazzo Chigi era inizialmente trapelata “irritazione”, ma l’ufficio stampa della presidenza del Consiglio ha puntualizzato: “È infondata e fantasiosa qualsiasi reazione alla mozione Pd attribuita al presidente o alla presidenza del Consiglio”.