Nove consiglieri regionali eletti, quasi il 10% degli 80 seggi di cui si compone l’assemblea del Pirellone, e, di fatto, il terzo partito del centrodestra in Lombardia dopo Fratelli d’Italia e Lega, considerando che Forza Italia conta sei eletti, la lista di Fontana presidente 5 e Noi moderati 1. È il partito che non aveva simbolo sulla scheda, ma candidati in tutte le forze di destra, per i quali l’associazione si è spesa, avendo gli stessi sottoscritto prima delle elezioni il “manifesto valoriale” dell’associazione Pro Vita & Famiglia, la onlus che si batte “per la difesa della famiglia tradizionale, fondata sul matrimonio tra uomo e donna” e che “difende il diritto alla vita dal concepimento fino alla morte”.
Sono 9 gli eletti al Pirellone aderenti ai valori dell’associazione Pro Vita & Famiglia. Che su aborto e omosessualità sono oscurantisti
I consiglieri che hanno espresso il loro appoggio “pro life” e “pro family” sono Giacomo Zamperini, Matteo Forte, Chiara Valcepina, Barbara Mazzali e Alessia Villa di Fratelli d’Italia; Silvia Scurati e Alessandra Cappellari della Lega; Jacopo Dozio e Carmelo Ferraro della lista civica Lombardia Ideale Fontana Presidente.
Il patto che i neoeletti consiglieri avevano siglato con Pro Vita e Famiglia li impegna nel corso della loro attività in Regione a svolgere “attività di sostegno e promozione delle attività culturali e sociali svolte dall’associazionismo familiare e pro-vita (come i Centri di Aiuto alla Vita)” e a monitorare e verificare “gli standard scientifici e delle prassi cliniche adottate nei presìdi socio-sanitari coinvolti nel trattamento di eventuali disforie di genere in minori e adolescenti, impedendo il rischio che tali soggetti fragili possano essere in qualsiasi modo indirizzati verso percorsi di transizione sociale o sessuale”.
I nove consiglieri si sono impegnati anche a contrastare “la diffusione dell’ideologia gender e della propaganda politica LGBTQAI+ nelle scuole (come la cosiddetta “Carriera Alias”) e nell’ambito di qualsiasi servizio dipendente o partecipato dalla Regione (in particolare in ambito socio-sanitario)”.
L’associazione Pro Vita e Pro life, il cui presidente Toni Brandi tempo fa a Radio 24 disse che “i gay hanno tendenze pedofile, rompono i coglioni e possono essere curati», è la onlus che organizza il Family day. In Parlamento alle ultime elezioni ha candidato l’attivista Maria Rachele Ruiu con Fratelli d’Italia (non eletta), ma soprattutto ha tra i suoi sostenitori il presidente della Camera Lorenzo Fontana, convinto che i gay vogliano distruggere la famiglia naturale.
I legami tra Pro Vita e i neofascisti di Forza Nuova sono stati documentati alcuni anni fa da un’inchiesta del Corriere della Sera (all’epoca il portavoce era Alessandro Fiore, figlio di Roberto, leader di FN, mentre le sorelle Carmen e Beatriz erano a capo della società che distribuiva il notiziario di Pro Vita). L’associazione, pubblicando sul proprio sito internet i nomi dei nove consiglieri su cui può già contare, avvisa che considera tutt’altro che chiusa la campagna acquisti tra gli eletti al Consiglio regionale lombardo.
Nei prossimi mesi ci potrebbe essere, pertanto, un ulteriore arretramento in Lombardia per quanto riguarda i diritti civili, che già non godono di buona salute. La Regione ha ricevuto alcune settimane fa formale diffida Lombardia per il mancato rispetto della legge 194 da Vittoria Loffi, coordinatrice della campagna “Libera di Abortire” e Giulia Crivellini, avvocata, tesoriera di Radicali Italiani. “Sul territorio lombardo”, secondo le due candidate nella lista civica a sostegno di Pierfrancesco Majorino presidente, “ci sono almeno cinque strutture che hanno il 100% di obiettori di coscienza”.