Prima le polemiche sul concorso per i precari della scuola, ora l’allarme dei presidi per la gestione della didattica ai tempi del Covid. Che il ritorno in aula fosse complicato, anche alla luce dell’inevitabile aumento dei casi negli istituti, era chiaro da tempo ma pochi si sarebbero aspettati le continue critiche al ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, culminate con la sfiducia chiesta dalle opposizioni.
L’ultima rogna è quella che arriva dai dirigenti scolastici secondo cui “è estremamente difficoltosa la gestione delle misure necessarie a garantire la prosecuzione delle attività didattiche in sicurezza” perché per l’Associazione nazionale presidi (Anp) stanno emergendo “prassi difformi, attuate dai dipartimenti di prevenzione delle Asl, riguardo ai casi sintomatici e gestione dei docenti posti in quarantena per la didattica a distanza”.
Per questo il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, chiede che sia convocato “con urgenza il Tavolo nazionale permanente” per segnalare le criticità. Un’allarme legittimo che, però, stride con la realtà dei fatti da cui emerge che l’Italia sta facendo meglio di tutti gli altri Paesi occidentali. Questo sostanzialmente perché i protocolli predisposti dal ministro stanno tenendo e gli istituti, in caso di positività, stanno effettuando mini chiusure per evitare il divampare di nuovi focolai. Non solo. Per garantire la sicurezza degli studenti, il ministero ha dato via libera ai test rapidi negli istituti, predisponendo un bando per la fornitura di 5 milioni di kit che si chiuderà il prossimo 8 ottobre.
IL NODO CONCORSONE. Ma a turbare la Azzolina c’è soprattutto il concorsone con i dem e i sindacati, che hanno chiesto di farlo slittare a natale. Sulla questione, durante il Question time, il ministro ha spiegato: “Grazie alla distribuzione territoriale, alla scansione temporale delle prove e ad un’accurata e precisa organizzazione, non ci sarà alcuna forma di assembramento o concentrazione di candidati, a dispetto di quanto qualcuno possa sostenere, in maniera meramente strumentale”. Dello stesso avviso il capogruppo 5S in commissione Cultura a Montecitorio, Gianluca Vacca, secondo cui “migliaia di docenti sono stati presi in giro per anni, abbandonati nel limbo della precarietà: rinviare il concorso straordinario sarebbe stata l’ennesima vergogna, evitata grazie a M5S”.