I medicinali per Kiev fermi in un deposito a Roma. Tradita la beneficenza. L’accordo tra Campidoglio e Farmacap risale a un mese fa

Tradita la beneficenza dei romani. I medicinali e i dispositivi sanitari raccolti per l'Ucraina sono ancora fermi in un magazzino.

Una raccolta di medicinali e di dispositivi sanitari per portare un po’ di sollievo al popolo ucraino, devastato da una guerra insensata. Davanti a una simile chiamata ‘alle armi’, per giunta basata su un accordo tra Farmacap, Croce Rossa e Campidoglio (qui l’annuncio di Roma Capitale), i romani si sono fatti trovare pronti e hanno risposto aprendo il proprio cuore, donando quel che potevano. Un piccolo gesto di umanità che, però, si sta scontrando con la dura realtà fatta di ritardi, inefficienze e problemi logistici come denunciano le opposizioni capitoline.

Tradita la beneficenza dei romani. I medicinali e i dispositivi sanitari raccolti per l’Ucraina sono ancora fermi in un magazzino.

Tra i tanti a dare conto di una situazione al limite del paradossale è il consigliere M5S, Paolo Ferrara, che a La Notizia rivela: “Oltre al danno la beffa: non solo il popolo ucraino sta vivendo una situazione tragica, adesso verrà anche a sapere che i medicinali promessi da Roma sono fermi in magazzino da settimane. Tutto questo perché prima il Campidoglio fa gli annunci, sbandierando intese con Farmacap e la Croce Rossa per l’invio di farmaci, poi si dimentica di dare seguito alle sue promesse”.

Medicinali per l’Ucraina, Il M5S accusa: “L’incapacità di Roberto Gualtieri diventerà famosa a livello internazionale”

Secondo lui tutto ciò prova che “l’incapacità di Roberto Gualtieri diventerà famosa a livello internazionale”. Dello stesso avviso, ciò a riprova di come il problema sia noto a tutti, anche il consigliere della Lega, Fabrizio Santori, convinto che “si è rivelato un clamoroso flop l’intesa ormai vecchia di un mese per la raccolta dei medicinali da inviare in Ucraina. I medicinali che i clienti delle farmacie comunali hanno donato per portare aiuto alla popolazione in quel devastato Paese sono rimasti nei magazzini, abbandonati dentro gli scatoloni, e scadono: nessuno li raccoglie e tantomeno li spedisce”.

A suo parere, come rivelato durante la riunione congiunta delle Commissioni bilancio e politiche sociali sul futuro di Farmacap, sono numerosi i punti oscuri di questa vicenda a partire dal fatto che “questa amministrazione ha siglato un accordo di cui però poi non ne controlla l’esecuzione” mentre “si chiedono soldi ai cittadini, in grande parte ormai in serie difficoltà economiche, in nome della solidarietà, e poi tutto finisce in fumo, oltraggio ai romani e agli ucraini vittime di millantata solidarietà”.

Ma c’è di più. Secondo Santori c’è anche un ulteriore “scandalo” perché “il sindaco Roberto Gualtieri dovrebbe sapere” che “le farmacie che appartengono all’Azienda Farmasociosantaria Capitolina” sono “all’80% in zone semi-periferiche” e questo significa che è stato “chiesto denaro alle fasce deboli della popolazione, che si affretta a fare quello che può”.