Mai così solide. Le banche italiane ringraziano la Bce e continuano a vivere un anno d’oro. L’ultimo caso è quello di Monte dei Paschi di Siena che, dopo l’upgrade di Fitch, vola in Borsa. A Piazza Affari ha chiuso le contrattazioni con un guadagno dell’8,6%. Una ripartenza sprint di setimana dopo che Fitch ha alzato il rating di due gradini: da B+ a BB. Per l’agenzia, Mps ha riguadagnato anche la fiducia della sua clientela e ora la previsione è che il suo rating sia sufficiente per assorbire un eventuale rallentamento dell’economia.
Le banche ringraziano la Bce e anche Mps vola
L’utile netto del terzo trimestre si è attestato a 310 milioni di euro, contro un rosso da quasi 400 milioni nello stesso periodo del 2022: l’ultimo è stato il quarto trimestre consecutivo in utile. Le azioni di Mps hanno raggiunto quota 2,913 euro, i massimi dall’ottobre del 2022. Il caso di Mps ieri non è stato isolato: Bper ha guadagnato il 7,13%, Banco Bpm il 4,6%. Bene anche Unicredit (+2,80%), con la conferma dell’acquisto del 9% della holding Alpha Bank.
I titoli degli istituti usufruiscono della decisione di Fitch di confermare il rating sul debito sovrano italiano, che è rimasto BBB con outlook stabile. Ma il dato realmente rilevante non è quello di una singola seduta di Borsa, quanto quello che emerge dall’analisi Fabi: le prime cinque banche italiane hanno registrato nel 2023 quasi 16 miliardi di utili e 47,4 di ricavi. Parliamo di utili da 6,1 miliardi per Intesa, da 6,7 per Unicredit e da circa un miliardo per Bpm, Mps e Bper per un totale di 15,78 miliardi complessivo. E il merito della Bce è evidente: la crescita maggiore riguarda i ricavi legati agli interessi sul credito a imprese e famiglie e vale 27,6 miliardi di euro. A fronte di questo, però, nessun istituto ha deciso di versare la tassa sugli extraprofitti: per i primi cinque istituti si è scelto di accantonare a riserva non distribuibile 4,2 miliardi di euro.