di Vittorio Pezzuto
Vito Crimi è felice. Già pochi minuti dopo la notizia della sentenza definitiva contro Silvio Berlusconi lo si poteva vedere saltellare da un microfono all’altro per offrire in favore di telecamera prosa saccente e sguardo giulivo. Come un bambino goloso che abbia ricevuto per Natale un regalo prezioso e inaspettato, questo pentastellato eterodiretto si rigirava in bocca come una caramella la parola «pregiudicato», dimenticandosi che lo stesso termine si adatta perfettamente – e per un reato gravissimo come l’omicidio – al suo leader Beppe Grillo.
Vito Crimi ha fretta. Indossati i panni della tricoteuse oversize, ieri chiesto che il Cavaliere venga trascinato immediatamente davanti alla ghigliottina di Palazzo Madama. «Il signor Berlusconi – ha spiegato in un video – è stato condannato con pena divenuta irrevocabile, a 4 anni di reclusione. Ai sensi del Decreto Legislativo 235 del 2012, art. 1 e 3, è pertanto, incandidabile. Ora, nel caso di “incandidabilità sopravvenuta”, la legge prevede che il Senato debba deliberare di conseguenza. Immediatamente. È per questo motivo che oggi stesso chiederemo al Presidente della Giunta per le elezioni di convocarla subito, già il prossimo lunedì, e di prendere atto delle implicazioni incontrovertibili e incontestabili circa la sua conseguente decadenza dall’incarico di senatore».
Vito Crimi ha studiato, e tiene a farcelo sapere: «In proposito – ha spiegato – la stessa Corte di Cassazione ha ritenuto che le condanne per reati ostativi configurino uno “status di inidoneità funzionale assoluta e non rimovibile”, volto a tutelare “il buon andamento e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche, l’ordine e la sicurezza, la libera determinazione degli organi elettivi”. Per lo stesso motivo, chiederemo contemporaneamente al Presidente del Senato che l’aula deliberi immediatamente per la sua decadenza, anche in considerazione del fatto che ogni futura deliberazione del Senato potrebbe essere illegittima». Urca. «Tale deliberazione non può che essere una mera presa d’atto dello status di condannato/pregiudicato. Non ci sono più scuse. Riteniamo sia necessario restituire al Parlamento la dignità che merita». Giusto, un senatore come Vito Crimi ce lo meritiamo proprio.