Di Maurizio Zoppi per l’Espresso
Per attuare questa procedura si era deciso di mettere “in palio” 800 tirocini per volta: un click day a luglio e uno ad agosto. E qui sono nati i primi problemi. Secondo la ricostruzione contenuta nei documenti ufficiali della Regione, alla fine di giugno nel corso di un tavolo tecnico a Roma si chiarisce che Italia Lavoro non ha tra le missioni operative la costruzione della piattaforma informatica necessaria a gestire il click day. La società deputata a gestire le piattaforme online della Sicilia, la e-Servizi affidata da Crocetta alla gestione di Antonio Ingroia, se n’è lavata le mani, dicendosi impossibilitata a realizzare un sito in poco tempo. Così, senza celebrare alcuna gara pubblica, il servizio viene affidato ad una società esterna con sede a Genova, la Ett, che aveva in precedenza già creato una piattaforma analoga per la Regione Marche. Ma le cose non andranno come il governo aveva previsto.
Quel “Piano giovani” doveva essere il fiore all’occhiello della rivoluzione siciliana targata Rosario Crocetta. Doveva cancellare la reputazione della formazione professionale in Sicilia, con i suoi scandali che soltanto un anno fa travolgevano pezzi importanti anche del Pd, con l’arresto di Francantonio Genovese.
Ma il ‘patatrac’ informatico di agosto, finito sotto i riflettori della Procura della Repubblica di Palermo, della Corte dei Conti e degli ispettori dell’Unione Europea, rischia di compromettere i rapporti politici tra Roma e il governo siciliano di Crocetta, alle corde anche a causa delle convulsioni interne di una maggioranza sull’orlo di una crisi di nervi. Nei corridoi di Montecitorio qualcuno parla dell’ennesimo scandalo nella Formazione siciliana, molti della mancanza strutturale della politica siciliana. “Il Piano Giovani, pare essere la punta dell’iceberg dei problemi del governo Crocetta” raccontano all’Espresso personaggi vicini al Premier, Matteo Renzi.
Una pasionaria al potere
L’incarico di rivoluzionare il mondo della formazione siciliana era stato affidato da Crocetta a Nellina Scilabra, una studentessa universitaria fuori corso. Pasionaria laica del mondo universitario, Nelli Scilabra ha prima smantellato il mastondotico sistema formativo siciliano, per poi tentare di passare all’innovazione.
Il “Piano giovani” doveva essere la punta di diamante di quel percorso virtuoso: duemila percorsi di tirocinio per sei mesi, con uno stipendio di 500 euro lordi. Questo, in sintesi, il plot di quel piano affidato al mare magnum di internet.
Varato alle porte dell’estate dalla giunta del governatore Rosario Crocetta, il click day è stato immediatamente ribattezzato “flop day”. Ecco perché la Regione siciliana aveva destinato più di 19 milioni di euro per avviare 2000 tirocini in varie aziende private. In collaborazione con Italia Lavoro, la società del ministero del Lavoro, si era pensato di usare un metodo innovativo che garantisse trasparenza e snellezza. I candidati potevano caricare i curricula su una piattaforma online, nella quale i dati venivano incrociati con i profili delle aziende che offrivano lavoro.
Flop day
Il click day del 5 agosto sarà una vera e propria via crucis, con i sistemi perennemente in tilt e l’impossibilità, per decine di migliaia di giovani, di partecipare alla selezione per quei tirocini.
Da quel momento in poi la situazione precipita e scoppia la guerra intestina per trovare il responsabile. Nelli Scilabra accuserà il dirigente del dipartimento Formazione Anna Corsello, che restituirà il favore, presentando un dossier al parlamento siciliano, nel corso di una seduta della Commissione lavoro della settimana scorsa, finita con la giovane assessora Scilabra in lacrime. Il bis soltanto due giorni fa, con Nelli Scilabra impegnata nel tentativo di ribaltare sul suo ex dirigente (nel frattempo la Corsello s’è dimessa) le responsabilità di quel flop.
Chi ha ragione? Lo dovranno stabilire i magistrati penali e contabili. Di sicuro hanno perso i giovani aspiranti al tirocinio: quelli che non hanno potuto partecipare alla selezione e quelli che erano convinti di aver ottenuto quel bonus. Tutta la procedura rischia di essere invalidata e la regione rischia di essere sommersa una monumentale sequela di ricorsi.
Nella bolgia del tutti contro tutti, la voce del plenipotenziario renziano in Sicilia, Davide Faraone, suona come un “penultimatum” per il governatore Crocetta: “Quando eravamo irrilevanti perché all’opposizione, litigavamo intorno a figure carismatiche come Cuffaro o Lombardo – afferma il deputato nazionale e punto di riferimento per Renzi per la Sicilia, Davide Faraone – le correnti, nel centro sinistra, nascevano e si strutturavano secondo la vicinanza o meno a questi uomini. Ora che siamo diventati rilevanti, perché al governo, tutto sempre attorno ad un uomo continua a consumarsi, Crocetta. Almeno in questo caso trattasi di una figura del nostro partito. Se riusciamo a recuperare la fiducia dei siciliani, bene. Altrimenti, cediamo il passo. Io non vedo altre alternative”. In questi giorni molti esponenti del partito di Crocetta vogliono la testa dell’assessore SciIabra, anzi di tutta la giunta. Addirittura il sindaco di Palermo nonché presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, ha inviato una lettera al Quirinale e alle Camere chiedendo di “commissariare la Regione Siciliana”.
I conti con Bruxelles
Altro scoglio da superare per Crocetta e il suo assessore Scilabra, è la visita degli ispettori europei che dall’11 andranno nel capoluogo siciliano proprio per trattare i temi della a programmazione Fse, il Fondo sociale europeo, il grande forziere di risorse da cui si attinge per le iniziative come il “Piano giovani”. E l’ispezione non promette nulla di buono.
Conti alla mano, gli ispettori Ue potrebbero “flaggare” il percorso amministrativo sin qui compiuto dall’amministrazione regionale e decidere di bloccare, in parte o in tutto, l’asse di spesa. E c’è chi da Bruxelles e da Roma parla di una preoccupazione concreta da parte degli ispettori sul futuro delle risorse stanziate per la Sicilia in materia di occupazione, formazione e sviluppo sociale. Non sarebbe stato digerito il cambio in corsa dell’Autorità di gestione, ruolo svolto da Anna Rita Corsello ( oggi sostituita da Gianni Silva) sino al giorno delle dimissioni, e precedentemente da Ludovico Albert, defenestrato dalla presidenza della Regione siciliana alla fine del 2012.
Il flop del click day rischia di travolgere tutto quanto, soprattutto se, come sembra possibile, dal comitato di sorveglianza fissato per i prossimi giorni, verrà deciso di trasmettere tutta la documentazione all’Olaf, l’organismo antifrode dell’Unione Europea, Una prassi già innescata nel recente passato, con le indagini sul Ciapi e su Fausto Giacchetto, imprenditore agrigentino ad oggi ai domiciliari, che negli ultimi dieci anni è stato il deus ex machina di gran parte delle ricche campagne pubblicitarie pagate da Palazzo d’ Orleans con i soldi europei.