Vogliono restare nell’Unione europea, ma non bocciano le attuali regole europee. Vogliono confrontarsi con Bruxelles dopo che la Commissione ha avviato la procedura per aprire una procedura di infrazione contro l’Italia, accusata di non aver rispettato i parametri sul debito, ma non vogliono sottostare a quanto chiedono i commissari. Cercano di gettare acqua sul fuoco, sicuri di riuscire a gestire la situazione ed evitare una manovra lacrime e sangue, e allo stesso tempo rilanciano su temi a cui l’Ue è particolarmente sensibile. Il messaggio che giunge dai gialloverdi dopo l’iniziativa della Commissione è quello di un Governo che, rischi o no, non è disposto a cedere su progetti distanti dal pensiero che sinora ha dominato in Europa. Un esecutivo del cambiamento che vuole cambiare un sistema improntato sull’austerity.
IL MEDIATORE. A manifestare fermezza nel dialogo che necessariamente l’Italia dovrà affrontare con Bruxelles è stato lo stesso premier Giuseppe Conte. Nonostante da tempo cerchi la via della mediazione e sia costantemente impegnato a smussare le posizioni più dure della Lega e del Movimento 5 Stelle, intervenendo dal Vietnam dove è in visita, il presidente del Consiglio ha sostenuto che “trascinarsi regole di qualche lustro orsono, considerarli dogmi, significa evidentemente spuntarsi unghie e artigli. L’Italia deve impegnarsi per cambiare le regole, il problema è che attualmente vengono attuate le regole vigenti”. E allo stesso tempo la speranza di evitare la stangata: “C’è la prospettiva di un’infrazione, ma farò ogni sforzo per scongiurare una procedura che non fa bene al Paese”. Per l’Ue dunque il debito italiano rischia di mandare in crisi anche gli altri Paesi, mentre per l’Italia l’unico rischio per il Paese è quello rappresentato dall’Ue che non cede di un millimetro su regole considerate soffocanti per la crescita. Conte lo ribadisce: “Il governo del cambiamento deve impegnarsi per cambiare le regole”.
ACCUSE AL PD. Il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, blindando sia il Reddito di cittadinanza che Quota 100, afferma invece che i tanti guai piovuti sul Governo sono stati causati dal Pd. Per il leader del M5S la bocciatura Ue non è alle politiche dell’attuale esecutivo, ma a quelle portate avanti dai predecessori, i dem. “Noi siamo persone serie, l’Italia è un paese serio, che rispetta la parola data. Quindi andremo in Europa e ci metteremo seduti al tavolo con responsabilità non per distruggere, ma per costruire”, esordisce un diplomatico Di Maio. Ma poi aggiunge: “Si parla tanto di questa possibile procedura di infrazione e sapete cosa riguarda? Riguarda il debito prodotto dal Partito Democratico nel 2017 e 2018”.
L’AFFONDO. Come prevedibile a mostrare maggiormente i muscoli è quindi Matteo Salvini. Per lui la soluzione è tagliare le tasse e dunque varare quanto prima la Flat Tax: “Siamo pronti a rispondere educatamente ma fermamente all’Europa. Non vogliamo i soldi degli altri per pagare il debito italiano ma vogliamo pagare il debito italiano facendo lavorare gli italiani. L’unico modo per farlo è abbassare le tasse”. Il capo della Lega inoltre, davanti alle contestazioni della Commissione, rilancia. “La lettera dell’Ue – dichiara – ci dice che abbiamo sbagliato ad approvare quota 100. Io rispondo educatamente che siamo solo all’inizio perché l’obiettivo è quota 41”.