di Valeria Di Corrado
Mancavano solo i consiglieri campani all’appello nella triste pagina, tutta italiana, dei finanziamenti ai gruppi consiliari. Un argomento che sembra accomunare tutti i politici, seppure appartengano a diversi schieramenti e risiedano in diverse regioni d’Italia. Dopo il caso Fiorito nel Lazio e l’iscrizione nel registro degli indagati di 52 consiglieri piemontesi, ora la tegola giudiziaria si abbatte anche sull’assemblea regionale campana.
All’alba ieri la guardia di finanza di Napoli ha eseguito due ordinanze nei confronti dei consiglieri regionali Sergio Nappi, posto agli arresti domiciliari, e Raffaele Sentiero, sottoposto ad obbligo di dimora. L’accusa per entrambi è truffa aggravata e peculato. Unici eletti nella lista “Noi Sud” (uno in qualità di presidente e tesoriere, l’altro come vicepresidente), Nappi e Sentiero si sarebbero impossessati in maniera illecita rispettivamente di 31mila e 22mila euro, parte delle somme destinate al «fondo comunicazione».
L’inchiesta, condotta dal pm Giancarlo Novelli della sezione ‘reati contro la pubblica amministrazione della Procura di Napoli e coordinata dal Procuratore aggiunto Francesco Greco, è già sfociata nei mesi scorsi in diversi avvisi di garanzia e negli arresti domiciliari del consigliere Pdl Massimo Ianniciello. I consiglieri anche in questo caso avrebbero utilizzato per scopi personali i fondi messi a disposizione dei componenti dell’Assemblea regionale per la comunicazione e altre attività istituzionali (uffici stampa e convegni politici).
False fatture
Gli inquirenti hanno scoperto che la coppia di “Noi Sud” ha presentato fatture predisposte ad hoc, delle quali aveva falsificato sia gli importi sia l’oggetto delle prestazioni. Nappi aveva presentato una fattura per ottenere un rimborso che presentava una data addirittura anteriore alla sua elezione in Consiglio regionale. In un altro caso è stato possibile riscontrare come due fatture con lo stesso numero siano state trasmesse e rimborsate a Nappi per due volte, senza che gli uffici competenti della Regione avessero rilevato l’evidente irregolarità.
Tra le fatture presentate da Sentiero, invece, ne è stata trovata una falsa rilasciata da un pregiudicato di Castel Volturno (Caserta), che in cambio avrebbe ricevuto 100 euro.
“Trovandomi alla prima esperienza in Consiglio regionale – si difende Raffaele Sentiero – ho certamente sbagliato, nel senso che non ho ben applicato la procedura (che peraltro nonconoscevo) prevista per la destinazione e l’erogazione di questi fondi. Il denaro che mi è stato poi erogato, e forse anche di più, è stato da me effettivamente destinato a spese di natura politica ma, non avendo provveduto tempestivamente a documentarle, ho commesso poi l’errore di procurarmi queste fatture da imprenditori che in buona fede mi hanno favorito, procurandomi ex post delle fatture’’.
Le indagini a Torino
L’inchiesta campana procede di pari passo con quella piemontese. Proprio venerdì la Guardia di Finanza di Torino aveva consegnato avvisi di garanzia a 52 consiglieri regionali, compreso il governatore Roberto Cota e il presidente Valerio Cattaneo, quasi tutti accusati di peculato. Secondo gli inquirenti avrebbero usato in modo irregolare – spesso per scopi personali – i finanziamenti erogati per i rimborsi spese dell’attività politica dei gruppi consiliari.
Il nuovo filone di indagine avrà lo scopo di verificare se la residenza dichiarata dai consiglieri che chiedono il rimborso chilometrico per recarsi alle sedute del Consiglio regionale sia effettiva oppure fittizia.
E’ proprio il caso di dirlo, il Paese è pieno di furbetti alla “Batman”.