Mentre l’Ue pensa a riarmarsi, sono i dazi a creare problemi all’Europa, con un martedì nero per le Borse del Vecchio Continente. Tutti i listini hanno chiuso in rosso a causa della guerra commerciale innescata dagli Stati Uniti e avviata ufficialmente oggi con l’entrata in vigore dei dazi del 25% per Canada e Messico e l’aumento del 10% delle tariffe sui prodotti cinesi.
A pesare è soprattutto l’annuncio di dazi anche verso le merci europee, con Bruxelles che pensa a contromosse ma che sembra possa arrivare impreparata ad aprile, quando dovrebbe scattare la guerra commerciale. Cina, Canada e Messico hanno invece già annunciato tariffe più alte sui prodotti statunitensi.
I dazi di Trump affondano le Borse europee
In Europa a faticare è stata soprattutto, ma non da sola, Milano: il Ftse Mib ha terminato la seduta in ribasso del 3,41%, tornando così sotto quota 38mila punti. Non è andata meglio agli altri mercati, con Francoforte che perde oltre il 3,5% e Londra e Parigi ben oltre l’1% di perdita. Ma le cose non vanno meglio a Wall Street, che è tornata al livello delle elezioni presidenziali, bruciando tutti i guadagni che hanno seguito il voto che ha portato all’elezione di Trump.
Tornando a Piazza Affari, sono pochi i titoli a salvarsi: bene Inwit (+2,1%) e Snam (+1,9%), mentre crolla Stellantis (-10,2%). Proprio il settore dell’auto è uno di quelli più colpiti oggi a causa della guerra commerciale. Male anche i titoli bancari, a partire da Unicredit (-4,2%) e Popolare di Sondrio (-4,6%). Tonfo pure per St (-8,4%).
I dazi pesano su tutti i listini europei, come dimostra anche il dato dello Stoxx 600, l’indice che raccoglie 600 delle principali capitalizzazioni di mercato del Vecchio Continente: ha concluso la seduta in calo del 2,14% a 551 punti, mandando così in fumo oltre 367 miliardi di capitalizzazione. Solo a Piazza Affari sono stati bruciati 31,61 miliardi. Controtendenza c’è un solo listino, quello di Mosca: l’unica a guadagnare quasi il 3%.