L’illusione è durata solamente pochi minuti. Il tempo di una smentita della Casa Bianca. Ma per qualche minuto ha ridato fiato ai mercati, permettendo quantomeno di risalire la china ed evitare ribassi che hanno anche superato il 7% in giornata. Come detto, per le Borse il sollievo è durato poco, solo il tempo che ha impiegato la Casa Bianca per smentire l’ipotesi di un congelamento di 90 giorni dei dazi. È bastato parlarne per risollevare per qualche minuto i mercati di tutto il mondo. Ma la smentita ha riportato tutto indietro di mezz’ora, con i listini di nuovo zavorrati da una guerra commerciale che ieri ha penalizzato soprattutto i listini europei.
Le Borse europee bruciano oltre 683 miliardi
E come se non bastasse la smentita, è arrivato pure l’annuncio del presidente Usa, Donald Trump, pronto a minacciare ancor di più la Cina: se Pechino non rimuoverà i suoi contro-dazi entro l’8 aprile, gli Usa imporranno un nuovo aumento del 50% delle tariffe dalla Cina. Il lunedì nero per i mercati è quindi inevitabile. Milano è stata la piazza peggiore tra le principali d’Europa, cedendo il 5,18% e tornando così al di sotto dei 33mila punti. Solamente ieri sono stati bruciati, sul Ftse Mib, 37,76 miliardi. Tutti i titoli hanno chiuso al ribasso. Male le banche, con perdite in alcuni casi superiori al 5%. Ma i titoli peggiori sono stati A2a (-8,52%) e Recordati Ord (-8,47%). Regge solamente, e relativamente, Stmicroelectronics, che ha ceduto soltanto lo 0,83%.
Profondo rosso anche per tutte le altre Borse europee, con Madrid che perde più del 5% e cali superiori al 4% per Parigi e Francoforte. Sul fronte italiano regge lo spread, dopo l’allargamento della forchetta in mattinata. Sale però nettamente il rendimento del decennale italiano dal 3,75% del closing di venerdì al 3,85% di ieri. La situazione sui mercati è critica, ma il governo per il momento resta in silenzio. Venendo incalzato dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, che sottolinea come in “un’altra giornata di tonfo per la Borsa” l’esecutivo non faccia nulla: “Mentre la premier Meloni continua a minimizzare, altri governi, a partire da quello Sanchez, mettono in campo proposte per dare risposte a imprese e famiglie sui danni prodotti dai dazi di Trump. Ci aspettiamo che il governo sostenga un negoziato europeo di risposta forte per evitare una guerra commerciale e dia una risposta nazionale adeguata”.
Le Borse europee, intanto, hanno bruciato oltre 683 miliardi di euro a fine seduta. Sommandoli a quanto successo nelle due precedenti sedute post-dazi, il saldo è in rosso di 1.924 miliardi. Oggi l’indice Stoxx 600 ha perso il 4,5% con una capitalizzazione di 14.498 miliardi di euro, contro i 14.525 miliardi di inizio anno.
Gli Usa evitano il Black Monday, ma ora la recessione fa paura
Negli Usa, invece, non c’è stato il tanto temuto Black Monday, dopo il crollo in Asia (per Hong Kong la peggior seduta dal 1989). Ma di certo c’è ben poco da festeggiare. Wall Street, dopo l’illusoria ripresa durata fino alla smentita della Casa Bianca, ha proseguito la seduta in rosso, ma con perdite meno pesanti di quelle europee. Ma i timori restano tutti, come dimostra la nuova impennata dell’indice di volatilità Vix (Cboe volatilty index) che dopo il balzo a 48 punti di venerdì, ieri è arrivato intorno ai 52. Una crescita, tra marzo e aprile, del 130%. Quest’indice misura in tempo reale le aspettative del mercato sulla futura volatilità dell’indice S&P 500 e sale quando aumentano incertezza e nervosismo tra gli investitori. Ma molto raramente supera la soglia dei 40 punti. In attesa di una possibile mossa della Fed, l’ipotesi di una recessione è sempre più concreta negli Usa, come avverte anche il ceo di JPMorgan Chase, Jamie Dimon. Infine, continua il calo del petrolio, affiancato da una lieve risalita del gas. In calo, tornando sotto la soglia dei 3mila dollari l’oncia, l’oro.