L’attesa è quasi finita. Domani sarà il grande giorno, quello della “liberazione” secondo Donald Trump. Più realisticamente, il giorno dell’inizio della guerra commerciale. Ma le conseguenze dei dazi si fanno già sentire, ancor prima della loro entrata in vigore. Il primo effetto si ha sui mercati, con tutti i principali listini europei che hanno concluso la seduta in forte calo. Gli investitori non nascondono la loro preoccupazione sull’impatto di una guerra commerciale e così da Parigi (-1,58%) a Londra (-0,88%), passando per Milano (-1,77%), tutte le Borse europee hanno chiuso in rosso, bruciando 245 miliardi.
D’altronde il calo è diffuso, è partito dall’Asia e ha raggiunto anche Wall Street. A beneficiarne è solo l’oro: il bene rifugio per eccellenza continua il suo rally, superando per la prima volta i 3.100 dollari l’oncia, con record a quota 3.127 dollari. Da domani partiranno i dazi reciproci, su cui però prevale l’incertezza. Poca chiarezza e poche notizie su ciò che può realmente succedere. Si parla, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, di dazi universali del 20% verso tutti i Paesi che hanno scambi commerciali con gli Stati Uniti, con effetti che potrebbero essere persino peggiori del previsto. Anche per gli stessi Usa, tanto che Goldman Sachs ha innalzato al 35% la possibilità di una recessione, sottolineando inoltre i rischi di un nuovo aumento dell’inflazione. E le cattive notizie per Washington non sono finite qui: un sondaggio di Cnbc lancia l’allarme sulla crescita economica degli Usa, che potrebbe essere solamente dello 0,3% nel primo trimestre.
La risposta Ue ai dazi e la frenata sui tassi
L’Ue sta intanto preparando la sua risposta. “Senza linee rosse” come scrive El Pais, lasciando intendere che Bruxelles sta valutando qualsiasi strumento, anche i più duri. Negli ultimi giorni i contatti tra Bruxelles e i governi nazionali si sono intensificati e il portavoce del commissario al Commercio assicura che “c’è un alto grado di convergenza su come agire”. Ma intanto le prime conseguenze sull’economia europea si possono intuire dalle parole del governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che per la prima volta frena sui prossimi tagli dei tassi da parte della Bce. Sulle prossime decisioni di politica monetaria, secondo Panetta, si dovrà sì tener conto della debolezza dell’economia, ma anche dell’aumento dell’incertezza “dovuta soprattutto agli annunci, talora contraddittori, sulle politiche commerciali degli Stati Uniti”. Annunci che impongono “cautela nel percorso di diminuzione dei tassi ufficiali” spiega il governatore della Banca d’Italia.