“E’ stata una riunione lunga e proficua. Conte conosceva perfettamente tutte le problematiche che abbiamo più volte evidenziato su una ricostruzione che di fatto non c’è e non è partita”. E’ quanto ha detto, Roberto Micheli, del Coordinamento terremoto Centro Italia, a margine dell’incontro a Montecitorio con il presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte. “Abbiamo fatto una ricognizione sulle cose che permetterebbero di sbloccare questa situazione – ha aggiunto Micheli – abbiamo chiesto una revisione totale della normativa e Conte ci ha detto che verificherà se ci sarà la volontà del Parlamento a rivederla, assicurandoci il suo impegno per una ricostruzione sia materiale che economica”.
Il coordinamento dei terremotati di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo hanno chiesto anche una revisione del cratere: “Le fasce più colpite dovrebbero avere una corsia preferenziale senza pero’ escludere chi ha avuto danni minori”. E’ necessario, inoltre, anche “un progetto economico che riporti in quelle zone le popolazioni che si sono allontanate perché non si può pensare che quel territorio enorme possa essere lasciato in balia degli eventi e pensare a una ricostruzione fatta in 20 o 30 anni”.
Per Micheli, inoltre, “le persone devono essere messe al centro della ricostruzione. Si parla del cantiere più grande del Europa, al momento ci sono delle persone che vivono nel dubbio se rimanere o andare via. La ricostruzione va programmata sulle persone che hanno subito un trauma altissimo”. Sulla stessa linea anche Romolo Trenta, sempre del Coordinamento: “Abbiamo avuto una iniezione di fiducia. Ne usciamo soddisfatti, ma non ci accontenteremo della fiducia e continueremo a vigilare”. Per Francesco Di Biagi, del coordinamento della provincia di Macerata infine, “dal presidente, che ci ha rappresentato in maniera chiara e trasparente la sua insoddisfazione per lo stato dell’arte, ci aspettiamo risposte in tempi brevissimi in quanto sia il Pd che il Movimento 5 stelle sono perfettamente a conoscenza della situazione. E’ il tempo che diano risposte certe e veloci”.
Critico l’ex sindaco di Amatrice (Rieti) e attuale consigliere regionale del Lazio di FdI, Sergio Pirozzi. “Si vuole dare un segno di cambiamento? Bene, ma non è certo ricevendo oggi – ha detto – una delegazione di associazioni dei terremotati, che poi non si sa chi sono, che il premier incaricato Giuseppe Conte può dare un segnale di vicinanza delle istituzioni. Perché dopo 14 mesi o non si fida di quello che hanno fatto sia Crimi che Farabollini o non c’è comunicazione tra loro o, ancora più paradossale che disconosce il lavoro che hanno fatto finora il sottosegretario e il commissario straordinario. Insomma non vorrei che la toppa fosse peggio del buco perché le macerie ancora sommergono le tante belle parole fin qui dette”.
“Non vorrei – ha aggiunto l’ex sindaco di Amatrice – che tutto rientri in un’operazione di propaganda già pianificata, considerato che, per la funesta ricorrenza, si è tornati a parlare di Terremoto in coincidenza con il risveglio del ‘mostro’ di questi giorni. O questo governo che sta per nascere, o il prossimo con le elezioni, diano un segno vero di discontinuità, o faremo ricorso a tutti coloro che dal mondo della solidarietà ci hanno sostenuto per sostenerci ancora contro questa burocrazia e contro questo malcostume istituzionale. In queste terre finora abbiamo vissuto poca giustizia, serve una legislazione d’emergenza con un commissario per i comuni distrutti che abbia poteri speciali e possa agire in deroga contro una burocrazia che soffoca qualsiasi ipotesi di ricostruzione. Lo si è fatto per Genova – ha concluso Pirozzi -, lo si faccia anche per il centro Italia terremotato”.