La Corte costituzionale ha depositato la sentenza sull’Autonomia differenziata, dopo che a novembre era stata annunciata la dichiarazione di parziale incostituzionalità della riforma voluta dalla Lega e scritta dal ministro Roberto Calderoli.
Nella sentenza firmata dal giudice Giovanni Pitruzzella, si specificano esattamente su quali questioni il parlamento dovrà intervenire con una modifica costituzionalmente orientata. Tra i rilievi vi sono le materie intrasferibili che erano state fissate all’articolo 117 della Costituzione e che sono state violate dalla legge illegittima voluta dal governo. Sono le materie in cui, dice la Consulta, “predominano le regolamentazioni dell’Unione europea” come la politica commerciale comune, la tutela dell’ambiente, la produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia e del sistema elettrico e le grandi reti di trasporto e di navigazione, le norme generali sull’istruzione che hanno una «valenza necessariamente generale ed unitaria», le funzioni relative alla materia delle “professioni”, in particolare quelle ordinistiche, e i sistemi di comunicazione (elettronica o di internet) che hanno finalità di tutela dei consumatori e dunque afferiscono alla materia “tutela della concorrenza”.
Come nel caso dei migranti in Albania un tribunale deve ricordare alla maggioranza di governo che esiste una gerarchia delle leggi che deve essere rispettata e che nulla ha a che vedere con il “mandato del popolo” o altre sciocchezze elementari simili. Di solito il concetto di norme superiori e norme inferiori si studia in educazione civica nella scuola secondaria di primo grado, alle scuole medie. Ma evidentemente al governo urge un ripasso generale.