Mentre i 50 candidati ammessi all’orale sfilano davanti alla commissione proprio in questi giorni nella speranza di ottenere uno dei cinque posti in palio nella dirigenza del ministero dell’Istruzione, la Uil Pa ora pretende che si faccia luce su questo stesso concorso, evidenziando i tanti buchi neri – dalla commissione fino allo svolgimento delle prove – che erano stati denunciati dal nostro giornale sabato scorso. “L’articolo – si legge infatti nella lettera firmata dal coordinatore nazionale Uil Pa Miur, Alessandra Prece – pone una serie di interrogativi e di dubbi […] che evidentemente accomunano molti funzionari della nostra Amministrazione, che hanno già intrapreso la strada del ricorso”.
Ed è qui che la Uil avanza una serie di rilievi che non solo confermano quanto denunciato da La Notizia, ma si spingono anche oltre. A cominciare dalle nomine della commissione esaminatrice. Come raccontato dal nostro articolo, infatti, i due iniziali commissari sono stati sostituiti da altre due dirigenti, la dottoressa Maria Maddalena Novelli e la dottoressa Rosaria Pagano. “Si ritiene che per evitare ogni possibile strumentalizzazione – precisa la Uil – sarebbe opportuno un chiarimento circa le modalità ed i criteri con cui sia stata decisa la prima composizione della Commissione e quale procedura sia stata seguita per l’individuazione dei Commissari in sostituzione dei dimissionari”. Un particolare non da poco, soprattutto per evadere ogni dubbio dalla coincidenza (e senz’altro sarà solo una coincidenza) che tra i 50 candidati ammessi all’orale ci sia anche Giuseppe Pierro, che lavora a stretto contatto con Claudia Tiano, figlia proprio della commissaria Novelli.
ZERO TRASPARENZA. Altra particolarità ricordata dalla Uil è un dato che “potremmo definire allarmante”: la maggioranza dei candidati ammessi all’orale ha superato le prove scritte col voto minimo. Di due l’una: o “dovremmo concludere che il nostro ministero ha una classe di funzionari dalle scarsissime capacità giuridiche”, o – tesi molto più probabile – che “la Commissione abbia dovuto utilizzare criteri di valutazione particolarmente stringenti, al limite del vessatorio, per poter inserire il numero degli ammessi agli orali in un ‘range’ accettabile”. E qui la domanda nasce spontanea: non sarebbe stato più corretto avvalersi di eventuali prove selettive che pure erano previste dal bando? Domande, si spera, a cui presto ora arriveranno risposte dal dicastero diretto dal leghista Marco Bussetti.
Come si spera verrà rotto il muro e il silenzio che hanno portato anche alla negazione, per chi ne aveva fatto domanda, dell’accesso ai compiti dei candidati ammessi: “Non sarebbe il caso – chiede ancora la Uil – dopo mesi di lavoro della Commissione, dedicare un paio d’ore a fare le scansioni dei compiti degli ammessi e renderle accessibili?”. Tante domande, dunque. E l’esigenza di risposte chiare, “a tutela di chi è stato escluso ma soprattutto per l’integrità di chi sosterrà le prove orali”. La palla, ora, passa al ministero.