“Se devo esprimere una valutazione personale, alla luce di tutto quanto è accaduto, sarebbe davvero paradossale se lo Stato entrasse in società con i Benetton. Non per questioni personali, che non esistono, ma per le gravi responsabilità accumulate dal management scelto e sostenuto dai Benetton nel corso degli anni fino al crollo del Morandi e anche dopo”. E’ quanto ha detto al Fatto Quotidiano il premier Giuseppe Conte a proposito del nodo concessioni autostradali che domani mattina approderà in consiglio dei ministri.
“I Benetton – ha aggiunto il presidente del Consiglio – non prendono in giro il presidente del Consiglio e i ministri, ma i familiari delle vittime del ponte Morandi e tutti gli italiani”. Intervistato dalla Stampa, Conte ha poi aggiunto: “I Benetton non hanno ancora capito che questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull’altare dei loro interessi privati. Hanno beneficiato di condizioni irragionevolmente favorevoli per loro: può bastare così. Porterò la questione della revoca in Consiglio dei ministri e decideremo collegialmente, ma non siamo disponibili a concedere ulteriori benefici”.
“Autostrade – ha detto ancora il presidente del Consiglio -, forte dei vantaggi conseguiti nel tempo e di una concessione irragionevolmente rinforzata da un intervento legislativo, ha scommesso sulla debolezza dei pubblici poteri nella tutela dei beni pubblici. A un certo punto Aspi si è irrigidita confidando, evidentemente, nella caduta del mio primo governo. Con questo nuovo governo si è convinta di avere forse delle carte da giocare e ha continuato a resistere. Solo all’ultimo si è orientata per una soluzione transattiva. La verità è che le varie proposte transattive fatte pervenire da Aspi non sono soddisfacenti”.
La famiglia Benetton, che controlla il gruppo Atlantia e dunque Aspi sotto la guida di Luciano Benetton (nella foto), “ha sempre rispettato le istituzioni: quando in passato è stata sollecitata ad entrare in diverse società così come oggi”. Questa la replica, fatta filtrare dalle agenzie dagli imprenditori veneti in cui si ricordano gli investimenti in Alitalia, Autostrade e altre società in via di privatizzazione.
Il premier Conte è tornato a parlare di Autostrade anche in serata, a margine dell’incontro con la cancelliera Angela Merkel. “Se ci sono ponti e questi ponti crollano, dobbiamo saper sanzionare chi è responsabile di questo crollo” ha detto il presidente del Consiglio. E a chi gli domandava quali saranno le conseguenze se si arriverà alla revoca delle concessioni il premier ha risposto: “Mi lasci confrontare col governo, se arriveremo a quello… Abbiamo soluzioni da offrire. Certamente ci sarebbero problemi in una società sottoposta a revoca, però attenzione ma se venisse assecondata la sua prospettiva vorrebbe dire che è possibile continuare a dare dispendio di risorse pubbliche agevolando gli interessi privati. In una logica corretta di rapporti in equilibrio tra concedente pubblico e concessionario privato se c’è stato un problema di cattiva manutenzione, di inadempimenti, la responsabilità va sul management, soggetto ad azioni di responsabilità, no sulla cittadinanza che deve subire il ricatto di eventuali incertezze che avrebbero decisioni pubbliche sul concessionario privato”.