di Franco Rossi
La Sardegna non fa eccezione e anche il suo consiglio regionale finisce nei guai per le spese allegre dei gruppi politici. Dopo il caso di Franco Fiorito, noto come “Er Batman di Anagni”, accusato di peculato per essersi appropriato di circa 1 milione 400 mila euro dei fondi destinati ad attività istituzionali, si torna a parlare degli sprechi di finanziamenti pubblici. Auto ai collaboratori, finanziamenti per improbabili riviste, viaggi all’estero, partecipazioni a convegni su temi trascurabili. E’ quanto emerge, ancora – come riporta l’Agi – dai verbali dell’inchiesta sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale nella quale sono imputati 18 politici in carica dal 2004 al 2009. Gli esponenti dell’assemblea sarda ieri erano alla sbarra davanti alla prima sezione del tribunale di Cagliari che li deve giudicare per come hanno speso fondi destinati, invece, a finalità politiche e istituzionali. Qualche consigliere – secondo le carte di carabinieri e guardia di finanza – avrebbe impiegato i fondi del gruppo per fini nobili – ma non per questo non contestati dagli inquirenti – come fornire sostegno economico a persone in difficoltà (le donne delle pulizie impegnate in rivendicazioni sindacali). Altri per fare versamenti al partito d’appartenenza, facendole figurare come elargizioni liberali.
Le auto
Qualcuno invece avrebbe acquistato una Audi A3 identica alla sua per destinarla all’uso dei suoi collaboratori, in modo da non sentirsi inferiore al suo datore di lavoro. Tra le spese istituzionali, pagate con denaro pubblico, figurano anche i contributi per un ‘Convegno sulla transumanza’, per la manifestazione ‘Ballo gallurese Scottis’ e per comperare due videocamere digitali. Uno degli imputati avrebbe poi scelto di finanziare, come contributo formativo sempre con i fondi destinati ai gruppi, la trasferta a Roma di una sua collaboratrice che voleva assistere a una lectio magistralis di Eugenio Scalfari. Tra i documenti agli atti ci sono anche i costi sostenuti per dei viaggi a Parigi, Napoli e Manchester, nel periodo del ponte dell’Immacolata del 2008. Con i fondi dei gruppi consiliari venne finanziato anche l’acquisto di 100 copie del giornale “Vulcano”, che si occupa dei temi relativi a Decimomannu, Assemini, Decimoputzu, Uta, Villasor e Villaspeciosa (vicino a Cagliari) e che prende il nome da un aneddoto che riguarda la nascita della testata: “Qualcuno avanzò l’ipotesi di realizzare un giornalino. L’idea piacque a tutti e fu talmente entusiasmante che qualcuno, tra il serio e il faceto, apostrofò il proponente come un vulcano di idee. Di qui il nome del nostro giornale”, così aveva scritto il direttore della pubblicazione per spiegare “l’originale” nome della testata. Ieri, nel corso della prima udienza accusa e difesa, hanno iniziato le schermaglie su quelle che sembrano destinate ad essere alcune delle tesi centrali del dibattimento.
La difesa
Per gli avvocati degli imputati i consiglieri regionali, stando ai regolamenti del consiglio, non erano tenuti a presentare alcuna pezza giustificativa per le spese sostenute e dunque è compito dell’accusa, che ha l’onere della prova, stabilire che quei soldi pubblici furono impiegati per fini diversi da quelli previsti. Diverso il parere della procura che, richiamando norme di rango costituzionale oltre ad una sentenza della Cassazione, ricorda l’obbligo di rendicontazione puntuale e coeva alla spesa sostenuta con il denaro pubblico. In molti casi i legali hanno riproposto al collegio le istanze già avanzate al Gup, Cristina Ornano, ma non sono mancate anche memorie e produzioni documentali. L’unica imputata presente in aula ieri mattina era l’ex consigliera regionale socialista Maria Grazia Caligaris. Tra le varie istanze presentate è spiccata quella del legale di un altro ex consigliere, Giuseppe Giorico, ottantenne, che per la difesa non sarebbe in grado di sostenere il processo.
A rappresentare l’accusa il sostituto procuratore Marco Cocco, il magistrato che ha coordinato le indagini e che ha aperto anche un secondo fascicolo, per verificare la regolarità dei fondi ai Gruppi del Consiglio regionale anche nell’attuale legislatura.