Le critiche dei tecnici del Senato? Strumentali. E i rilievi della Corte dei conti? Idem. Il disegno di legge anti-assenteismo presentato dal ministro Giulia Bongiorno (Lega) e su cui ora sta lavorando il Senato potrebbe realmente contrastare il fenomeno dei furbetti del cartellino e, dunque, far funzionare come si deve la macchina pubblica. Ne è convinto il sottosegretario alla Pa, Mattia Fantinati (M5S): “Oggi c’è una vera volontà politica di cambiare la pubblica amministrazione”, dice a La Notizia.
Crede dunque che la proposta del ministro Bongiorno possa davvero stoppare l’assenteismo?
“Noi del M5s non abbiamo amici da piazzare o bacini clientelari da alimentare: per noi, la Pa è un servizio da far funzionare nell’interesse dei cittadini, non dei partiti”.
Eppure, i tecnici del Senato hanno espresso numerose riserve al ddl. Non ci sono coperture e alcuni provvedimenti non sono precisati. Ad esempio, nel caso degli apparecchi di sorveglianza per il rilevamento biometrico, non è indicato il numero necessario di unità e, di conseguenza, non si può stabilire con precisione quanto costeranno. Occorre rimettere mano al testo, dunque?
“Non sono d’accordo. I soldi per il nuovi controlli biometrici sono spese ordinarie dell’ente”.
Anche la Corte dei Conti, però, ha confermato i rilievi formulati dall’Ufficio Bilancio del Senato…
“Non ci saranno problemi. In ogni caso, è stato istituito un fondo di 35 milioni per supportare quelle amministrazioni che dovessero aver bisogno di un supporto finanziario”.
Ci sono altre questioni, secondo lei, su cui il Parlamento dovrebbe o potrebbe intervenire in merito al ddl, per migliorarlo o comunque modificarlo?
“Il Parlamento è sovrano. Io penso che di riforme della Pa ne abbiamo viste tante. Non serve aggiungere, serve semplificare. Basta libri dei sogni, servono poche regole chiare. Il ruolo di affiancamento che svolgerà il nuovo Nucleo della Concretezza che abbiamo istituito servirà anche a questo: accompagnare le Pubblica amministrazione sulla strada del cambiamento, dell’innovazione, della trasparenza”.
Non crede che il Nucleo della Concretezza diventerà il solito stipendificio? Parliamo di 53 unità che rischiano di sovrapporsi a quanto già fa l’Ispettorato del Lavoro…
“Nucleo e Ispettorato sono due cose diverse. Il Nucleo non si occupa di controlli ma supporta le amministrazioni, verifica lo stato di avanzamento del Piano triennale per le azioni concrete per l’efficienza della Pa approvato dal nostro ministero, individua i rimedi per rendere la Pa migliore; è l’Ispettorato che si occuperà delle violazioni. Stipendifici? Se gli uffici servono e lavorano, i soldi sono ben spesi. Investire nella Pa non è un costo, è un investimento, quando c’è meritocrazia ed efficienza. Buona parte del personale del Nucleo, inoltre, proverrà dalla stessa Pa. Anzi, grazie al Nucleo, ci saranno anche risparmi, perché la Pa funzionerà veramente”.
Parliamo di quello che vi siete trovati di fronte una volta insediati. Come giudica l’operato del ministro Madia sulla Pa?
“Abbiamo guardato con rispetto alle innovazioni del precedente governo. Non vogliamo buttare il bambino con l’acqua sporca. La verità è che prima mancava la volontà politica di cambiare realmente la Pa perché il Pd costituiva un unico blocco di potere, insieme ad alcuni burocrati e alcuni sindacati”.
Tuttavia, La Notizia ha documentato una mancanza di trasparenza in merito allo stato della Pubblica amministrazione negli ultimi sette anni. Perché secondo lei? Rischio di fare “brutta figura”?
“Meno c’è trasparenza, più i cittadini non riescono a valutare la qualità della Pubblica amministrazione. Con i vecchi partiti, c’era l’andazzo per cui i servizi non erano un diritto dei cittadini che pagano le tasse, ma “un favore” da fare agli amici degli amici. Con noi, cambia la musica”.
Dunque ci promette che si tornerà a una trasparenza maggiore su dati e relazioni?
“Certamente. Stiamo portando avanti una rivoluzione digitale proprio per avere massima trasparenza. Digitale, con noi, non vorrà dire scannerizzare documenti cartacei, ma far nascere e finire il procedimento amministrativo tutto in digitale, senza neanche un carta. Così, la Pa sarà veramente una “casa di vetro” e resterà traccia di tutti gli atti pubblici in formato elettronico”.