Giorni intensi, questi, tra Italia ed Europa. Ieri si è conclusa la due giorni dell’Eurogruppo durante i quali è stata avanzata la proposta dell’asse franco-tedesco sullo stop ai fondi europei per chi infrange le regole comunitarie. E oggi arriverà il verdetto della Commissione europea sulla Manovra italiana. Il senatore M5S Ettore Licheri, presidente della commissione Politiche Ue, però, si dice tranquillo. “Io continuo a sperare nel dialogo”, dice.
Senatore, partiamo dalla proposta di Merkel e Macron. I due leader dicono che la loro idea è finalizzata ad una maggiore sensibilità. Sono in buona fede, dunque?
“Si tratta di un progetto che la Troika europea aveva sul tavolo da qualche tempo. Io non parlerei né di buona né di mala fede. Parlerei piuttosto di un forte rischio che l’onda travolgente che si profila all’orizzonte di alcuni scenari politici esteri, faccia dimenticare le comuni radici storiche di una Europa che, come precisato dal Presidente Mattarella in un recente discorso in Svezia, non è e non può essere solo “un comitato d’affari””.
Rischia di diventare questo l’Ue?
“Una via punitiva ed intransigente mortificherebbe lo spirito europeo e chi pensa in questo modo di poter umiliare l’Italia commetterebbe un gravissimo errore storico”.
Due giorni fa il ministro Tria ha parlato di attacchi che hanno solo una ragione elettorale. Condivide?
“Le elezioni europee si stanno avvicinando e tra la Commissione e il Governo italiano sta difettando il dialogo. Difficile capirne le ragioni, certo è che un’Europa che non dialoga coi Paesi membri, che non si sforza di trovare sintesi, provoca solo divisioni, contrasti d’interesse ed accesi nazionalismi: fenomeni di degenerazione democratica che fa passare in secondo ordine ogni lettura in chiave elettorale”.
Oggi avremo la risposta della Commissione. Ci dica la verità: quanta probabilità c’è che la Commissione ci dia ragione?
“Non è questa l’occasione per fare pronostici. Abbiamo ereditato dal passato 5 milioni di poveri. Una schiera di giovani e disoccupati in continuo aumento, i cui bisogni di sopravvivenza sono per noi una priorità, come è nel dovere giuridico e morale di uno Stato sociale”.
Allora mi dica cosa potrebbe accadere se l’Ue non dovesse fare passi indietro.
“Non lo so. Vediamo che succederà e poi si valuterà il da farsi. Io continuo a sperare nel dialogo. L’Ue esca dalle tentazioni dell’intransigenza e accetti il dialogo amico con le sue controparti. Anche con la Brexit questa Europa non trova punti di compromesso. Le soluzioni di chiusura verso i problemi nazionali, dopo anni di sviluppo democratico europeo, sarebbero fuori del nostro tempo, sarebbero fuori della nostra stessa storia”.
C’è da augurarsi che non ci sia chiusura, insomma.
“L’Europa dei burocrati non riesce a capire che il progresso economico resterà sempre privo di significato umano se non riusciremo ad estenderlo a tutte le categorie della popolazione. Se non distribuiremo in forma universale la ricchezza finiremo per scannarci uno con l’altro. Brutto dirlo, lo so, ma è la Storia ad insegnarcelo”.