C’è un dato sulla guerra in Ucraina che non merita una sola parola dal ministro alla Difesa Guido Crosetto e dai media nazionali: le forze russe hanno ucciso 5.962 “mercenari” stranieri sui 13.287 arrivati in Ucraina, inclusi 147 dei 356 francesi e 33 dei 90 italiani secondo i dati diffusi su Telegram da Mosca.
Trentatré italiani morti in Ucraina non sono considerati degni di una notizia o di un comunicato ufficiale di rammarico
Il bilancio aggiornato, ripreso dall’agenzia Tass riferisce che le Forze Armate della Federazione Russa hanno ucciso anche 1.497 polacchi su 2.960, il contingente più numeroso di combattenti stranieri. Seguono i georgiani con 561 caduti su 1.042, 491 statunitensi su 1.113 mercenari, 422 dei 1.005 combattenti canadesi e 360 degli 822 britannici. Dalla Romania sono arrivati in Ucraina 784 “mercenari” di cui 349 sono stati uccisi, dalla Croazia 335 arrivati e 152 uccisi, dalla Germania 88 caduti su 235, dalla Colombia 217 morti su 430 volontari mentre dal Brasile sono giunti 268 combattenti di cui 136 caduti.
Come scrive il sito Analisi difesa è “superfluo sottolineare che tali numeri non sono verificabili da fonti neutrali e quasi nessuna nazione occidentale ha fornito informazioni circa i propri “volontari” recatisi a combattere in Ucraina (ne hanno riferito sporadicamente fonti in Polonia e Repubblica Ceca) così come nessun dato ufficiale è mai emerso in Occidente circa i caduti tra le file dei volontari”. Nessuna fonte ufficiale del governo italiano ha mai commentato le indiscrezioni giornalistiche e le rare interviste ad alcuni volontari sul campo.
Il conto dei caduti europei a Kiev è di quasi 6mila mercenari su oltre 13mila
Numerosi sono anche i mercenari arruolati nelle file dell’esercito russo, anche se non risultano disponibili dati precisi e complessivi. Ci sono riscontri sull’arruolamento di volontari siriani, cubani, di diverse repubbliche ex sovietiche, africani (qualcuno catturato dagli ucraini) e asiatici. Tra questi anche molti nepalesi. l Nepal vieta ai propri cittadini l’arruolamento in forze armate straniere, salvo quelle britanniche e indiane con cui ci sono accordi in tal senso, ma in migliaia hanno raggiunto la Russia per arruolarsi nonostante le pressioni del governo nepalese su Mosca per evitarlo.
Tra le notizie ufficiali nelle ultime settimane si trova solo un lancio dell’agenzia di stampa Reuters che parla di “combattenti stranieri” reclutati nell’esercito ucraino uccisi da un attacco russo a Kharkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina in cui sono state uccise sessanta persone per lo più mercenari francesi. Anche in quel caso l’agenzia non ha avuto modo di verificare la notizia. I mercenari non esistono nei comunicati stampa e nelle preoccupazioni dei governi.
Di fatto molti Stati europei sono già coinvolti direttamente nella guerra contro la Russia
Trentatré italiani caduti in Ucraina non sono considerati degni di una notizia o di un comunicato ufficiale di rammarico. Mentre si parla della possibilità di inviare soldati Nato in sostegno di Kiev non hanno fatto notizia nemmeno le parole del ministro degli Esteri polacco Radosław Tomasz Sikorski che in un’intervista a Sky News ha testualmente detto: “In Ucraina sono già presenti militari della Nato. Vorrei ringraziare gli ambasciatori di quei Paesi che hanno corso questo rischio. Questi Paesi sanno chi sono, ma non posso rivelarli. Contrariamente ad altri politici, non li elencherò”.
È passato sotto traccia anche l’audio intercettato in Germania in cui citano la presenza di soldati britannici, statunitensi e francesi in Ucraina – ufficialmente negata da Londra, Washington e Parigi – per supportare le forze di Kiev nell’utilizzo dei sistemi d’arma occidentali.