Nonostante i bombardamenti israeliani proseguano incessantemente nella Striscia di Gaza, con un bilancio quotidiano di morti e feriti, in modo del tutto inaspettato torna a riaccendersi la speranza di un cessate il fuoco tra Hamas e Israele. Le delegazioni delle due parti si trovano attualmente al Cairo, in Egitto, dove — secondo quanto riferito dalla BBC — i mediatori qatarini ed egiziani hanno presentato una nuova proposta di tregua.
A rivelarlo all’emittente britannica è stato un alto funzionario di Hamas, secondo cui il piano di pace, fortemente sostenuto dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, prevederebbe: una tregua della durata di cinque-sette anni; la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani in cambio del rilascio di centinaia di prigionieri palestinesi; e infine il ritiro delle Forze di difesa israeliane dai territori palestinesi.
Hamas propone di cedere il controllo di Gaza ma non rinuncia alle armi. Netanyahu prende tempo e intanto martella la Striscia
Secondo il funzionario, Hamas sarebbe pronto ad accettare la proposta. Anzi, per rispondere alla richiesta del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu — che ha più volte ribadito che il gruppo non potrà avere alcun ruolo nel futuro di Gaza — Hamas avrebbe proposto di cedere la gestione della Striscia a un’organizzazione qualsiasi, a condizione che sia “palestinese”.
Una posizione del tutto inedita, che rappresenterebbe un vero compromesso per cercare di convincere Netanyahu a rinunciare all’obiettivo di disarmare i miliziani. Un’eventualità, precisa il funzionario palestinese, “che non si realizzerà mai”.
Al momento, Israele non ha rilasciato commenti ufficiali sulla proposta. L’unica certezza è che Netanyahu si è finora sempre opposto al ritorno dell’Autorità Palestinese al governo della Striscia — sotto il controllo di Hamas dal 2007 — e che, nel caso Tel Aviv decidesse di accettare l’accordo, occorrerebbe individuare una nuova soluzione per la gestione del territorio.
La scia di sangue
In attesa di capire se lo spiraglio di pace potrà concretizzarsi, nella Striscia di Gaza si continua a combattere. Nelle ultime ore l’esercito israeliano (IDF) ha intensificato le operazioni militari. Secondo un portavoce dell’IDF, “l’obiettivo dell’operazione è aumentare la pressione su Hamas per riportare a casa gli ostaggi e distruggere il suo governo e la sua ala militare”.
“Gli ostaggi sono costantemente davanti ai nostri occhi, è una priorità assoluta per noi. Ogni soldato lo sa. Hamas è sotto pressione, lo inseguiremo ovunque. Non ci fermeremo finché non riporteremo a casa tutti i nostri ostaggi”, ha concluso l’alto funzionario.
Secondo i media locali, i raid delle ultime 24 ore hanno causato almeno 26 vittime civili e circa sessanta feriti. Il bilancio complessivo del conflitto, iniziato il 7 ottobre 2023, ha così raggiunto quota 51.266 morti e 116.991 feriti. Particolarmente colpita la città di Khan Yunis, dove ieri sono morte almeno 18 persone a causa dei bombardamenti aerei. Altre otto vittime si registrano a Gaza.
Come se non bastasse, secondo l’agenzia stampa palestinese, decine di coloni israeliani hanno fatto irruzione nei cortili della moschea di Al-Aqsa, a Gerusalemme Est, scortati dalla polizia israeliana. L’intervento delle forze dell’ordine ha impedito ai fedeli palestinesi l’accesso alla struttura religiosa, scatenando forti proteste nel timore di scontri tra le due parti.