Hamas e Israele riprendono i negoziati di pace per Gaza. Ma Netanyahu mette le mani avanti e ordina all’esercito di prepararsi alla guerra

Hamas e Israele riprendono i negoziati di pace per Gaza. Ma Netanyahu mette le mani avanti e ordina all'esercito di prepararsi alla guerra

Hamas e Israele riprendono i negoziati di pace per Gaza. Ma Netanyahu mette le mani avanti e ordina all’esercito di prepararsi alla guerra

I negoziati al Cairo per salvare la fragile tregua a Gaza sarebbero dovuti iniziare lo scorso 3 febbraio, ma sono ufficialmente partiti soltanto ieri. Questo ritardo da solo basta a far capire quanto l’accordo di cessate il fuoco, con la prima fase del patto tra Hamas e Israele che si conclude oggi, sia letteralmente appeso a un filo.

Secondo fonti dell’amministrazione del presidente Abdel Fattah al-Sisi, “le parti interessate”, coadiuvate dai mediatori egiziani, qatarioti e statunitensi, “hanno avviato intense discussioni per definire le prossime fasi dell’accordo di tregua, nel mezzo di sforzi in corso per garantire l’attuazione delle intese già concordate”, che dovrebbero portare, almeno sulla carta, a una pace definitiva nell’area.

Tuttavia, al di là delle dichiarazioni ufficiali, permangono forti divergenze tra le richieste di Hamas e quelle del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. In particolare, secondo quanto riferito da Reuters, citando fonti anonime coinvolte nelle trattative, il governo di Tel Aviv non sembra voler impegnarsi in una seconda fase dell’accordo. Quest’ultima avrebbe dovuto prevedere la fine delle ostilità, il ritiro delle truppe israeliane dall’enclave palestinese e il rilascio completo degli ostaggi ancora in mano a Hamas. Israele, invece, preferirebbe ottenere “una proroga di sei settimane della prima fase dell’accordo”.

Questa proposta, trapelata sui media, ha provocato la dura reazione di Hamas, che ha dichiarato di “non essere d’accordo con il piano di estensione” della tregua e ha insistito sulla necessità di “procedere con la seconda fase come concordato”.

Un obiettivo difficile, ma non impossibile. Per questo motivo, Hamas ha diffuso un comunicato in cui lancia un appello alla comunità internazionale affinché “faccia pressioni” su Netanyahu, esortandolo a “rispettare la sua parte dell’accordo” e ad avviare immediatamente la seconda fase, “senza ritardi o rinvii”.

Ripartono i negoziati tra Hamas e Israele per estendere la tregua a Gaza. Ma Netanyahu mette le mani avanti e ordina all’esercito di prepararsi alla guerra

Del resto Hamas sostiene che non ci sia alternativa a un accordo di pace “vero e duraturo”. Tuttavia, la posizione di Tel Aviv appare ben lontana da questa prospettiva, con il governo israeliano che continua a fissare condizioni e a lanciare segnali preoccupanti. Secondo il canale televisivo Channel 12, l’amministrazione Netanyahu ha ribadito di “non sentirsi vincolata al raggiungimento di un accordo di pace su Gaza” se questo non prevede anche “il totale disarmo di Hamas”.

Una linea condivisa dal governo statunitense di Donald Trump, che ha riaffermato il proprio sostegno a Israele anche nell’eventualità di una ripresa delle ostilità.

Queste dichiarazioni alimentano il sospetto che Netanyahu e il suo esecutivo stiano prendendo in seria considerazione il ritorno ai combattimenti. Secondo il Times of Israel, infatti, l’esercito israeliano (IDF) avrebbe già iniziato i preparativi per una nuova offensiva. Il quotidiano riporta che Netanyahu “ritiene che il cessate il fuoco e l’accordo per la liberazione degli ostaggi non continueranno per più di qualche settimana” e che Israele “non può permettersi di abbandonare Gaza finché Hamas non sarà stato completamente sconfitto”.

Quel che è certo è che il tempo stringe. I mediatori egiziani e qatarioti, ben consapevoli del rischio di un fallimento dei negoziati, stanno esercitando forti pressioni su Netanyahu, ricordandogli che a Gaza restano ancora 58 ostaggi da liberare, di cui 34 sono stati già uccisi. La ripresa dei combattimenti, avvertono, potrebbe compromettere definitivamente la possibilità di riportarli a casa.