Dal primo novembre farà il suo ingresso in Senato come “coadiutore parlamentare” la trentacinquenne russa Irina Osipova. La figlia dell’ex direttore del centro russo di scienza e cultura a Roma è risultata 78esima nel ‘concorso per esami, scritti e orali’ di Palazzo Madama per assumere in Senato personale con delicati ruoli di natura amministrativa e contabile, con la responsabilità di consultare le banche dati e ‘classificare’ e archiviare la corrispondenza di Palazzo.
Tutto regolare, insomma. Solo che Irina Osipova è conosciuta negli ambienti della politica romana non solo perché figlia di Oleg Osipov, per anni direttore del Centro russo di scienza e cultura di Roma, ma soprattutto per la sua indomita passione per Vladimir Putin.
Osipova assunta al Senato: per lei prima lo zar
Sulle sue pagine social si sprecano gli elogi: “Il modello per l’Italia per difendere gli interessi nazionali’’, scrive Osipova, definendo Putin “un leader che non ha pari al mondo”. Nel 2012 ha fondato l’associazione ‘Rim – Giovani Italo-Russi’, per riunire “giovani attivi e creativi, che usano principalmente il russo nella loro vita quotidiana”.
Pasionaria instancabile, Irina da anni organizza eventi e va in piazza per dire no alle sanzioni europee alla Russia, scattate dopo l’annessione della Crimea del 2014. Numerose anche le manifestazioni per sostenere la politica russa in Ucraina e attaccare la politica ‘nazista’ di Kiev nelle province russofone.
Tra i suoi contatti c’è anche Andrea Palmeri, il neofascista lucchese arruolato nelle milizie filorusse del Donbass, ritratto con lei mentre sfoggia una maglietta con su scritto ‘Defend Italia’ con tanto di kalashnikov disegnato. Nel 2016 Osipova ha provato anche con la politica: candidata con Fratelli d’Italia alle elezioni amministrative a Roma raccolse poco meno di 200 voti.
Ma la politica per Osipova è soprattutto il ministro Matteo Salvini. È stata collaboratrice dal 2014 dell’associazione ‘Lombardia-Russia’, guidata dal leghista Gianluca Savoini, già braccio destro di Salvini e a lungo suo portavoce.
Ha personalmente accompagnato Salvini nelle sue trasferte russe in veste di interprete. È lei stessa a raccontare, in un’intervista al Corriere della Sera, di avere accompagnato il leader della Lega per una conferenza alla Duma e successivamente all’importante agenzia di stampa Tass. Fu lei, proprio in quell’intervista al Corsera, a difendere l’attuale vicepremier dall’accusa di avere cercato finanziamenti russi il 18 ottobre del 2018: “Solo fango contro Salvini. Certa sinistra in Italia, penso al Pd, mal digerisce che lui le abbia tolto il potere”, disse al giornalista con una certa sicumera.
Poca opportunità
Tra le foto del suo profilo Facebook spicca anche quella con Yan Petrovsky, leader del gruppo neonazista russo, affiliato alla Wagner, ‘Rusich’, quel Petrovsky arrestato nelle scorse settimane in Finlandia, con l’accusa di crimini di guerra.
All’uscita del bando di Palazzo Madama, pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 80 dell’8 ottobre 2019, Irina Osipova si butta nel studio. Hanno superato tutti un concorso di alto livello, con prove davvero difficili”, aggiungono dalla Commissione che ha promosso la russa Osipova e gli altri 123 colleghi ‘coadiutori’.
Ma la questione non è la regolarità di concorso, qui si tratta di un tema ancora più insidioso per Salvini e per la Lega: come un reperto affiorato Irina Osipova si aggirerà per i corridoi del Senato per ricordare chi fossero gli amici del putinismo che oggi simulano atlantismo di interesse. L’inopportunità politica, dunque, non è solo quella di Osipova: riguarda quelli che governano lassù.