Non accennano a placarsi le schermaglie tra il fondo americano Elliott e i francesi di Vivendi a proposito di Tim (ex Telecom Italia). L’arrocco dei consiglieri del gruppo tlc in quota Vivendi, che giovedì scorso hanno deciso di dimettersi facendo così decadere l’intero board della società, ha provocato ieri la reazione di Elliott. Il veicolo di Paul Singer, che ha una quota superiore al 5% di Telecom, ha presentato un esposto alla Consob. Una mossa ufficiale per rispondere alle dimissioni in blocco innescate dai francesi. Quest’ultima operazione era stata letta proprio come un’iniziativa per contrastare l’espansione di Elliott. Il quale aveva cercato di inserire 6 consiglieri di fiducia nel cda revocandone altrettanti eletti da Vivendi. Con le dimissioni, invece, si dovranno eleggere tutti i rappresentanti del cda e il fondo americano rischia di perdere l’appoggio dei fondi raccolti intorno ad Assogestioni, che potrebbero preparare una propria lista di indipendenti e non votare quelli di Elliott. Spaccato il fronte della minoranze, Vivendi potrebbe prevalere con il suo 23,5% di capitale. La resa dei conti avverrà nell’assemblea del prossimo 4 maggio. Alla fine della scorsa settimana Elliott aveva definito “cinica e al servizio dei suoi interessi” l’azione dei consiglieri di Vivendi in quanto “ritarda la possibilità degli azionisti di Telecom Italia di esprimere il loro voto nell’assemblea del 24 aprile”. Il fondo Elliott, nel chiedere la sostituzione di sei amministratori indicati da Vivendi, aveva però “salvato” l’Ad di Tim, Amos Genish. Il manager ieri ha incontrato il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, nella sede del Ministero. Nei giorni scorsi lo stesso Calenda non ha negato il proprio apprezzamento per le pressioni di Elliott, che vuole accelerare lo scorporo e la quotazione della rete. Anche Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Tim, avrebbe intenzione di presentare un esposto in linea con quello del fondo Elliott contro le dimissioni in blocco. Infine sempre ieri, a Borse chiuse, la società ha comunicato di aver notificato all’Agcom l’iter formale “che porterà Tim a separare volontariamente la propria rete di accesso attraverso la creazione di una entità legale separata”. La società ha spiegato in una nota che il nuovo veicolo sarà controllato al 100% da Tim, disporrà di propri asset (infrastrutture della rete di accesso, dalla centrale alla casa dei clienti, nonché gli edifici, gli apparati elettronici e i sistemi It) e sarà dotata del personale necessario per fornire servizi all’ingrosso in maniera indipendente. Inoltre, il modello garantirà l’assoluta parità di trattamento tra gli operatori”. Ieri Telecom ha chiuso a Piazza Affari il libveisima flesisone (-0,05%),
Guerra totale su Tim. Dopo la fuga dei francesi dal Cda, Elliott sveglia la Consob
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