Come si fa a credere che in Ucraina si combatta per la democrazia, contro la dittatura? Come si fa a non capire che è una guerra per l’egemonia americana sul mondo?
Franco Durel
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Gentile lettore, alla favola del difendere la democrazia credono solo i popoli occidentali, perché drogati da una stampa non libera. Il resto del mondo ha idee chiare, in Sud America, Asia e Africa dove non s’è rimarginata la ferita dello schiavismo e del colonialismo. Le riporto alcune frasi di Isaias Afewerki, il presidente eritreo, durante l’incontro con Putin il 27 luglio scorso. Isaias è un dittatore, indubbiamente, ma questo nulla toglie alla lucidità della sua analisi: “Non c’è una guerra tra Russia e Ucraina, c’è una guerra della Nato alla Russia per l’egemonia mondiale. È un’agenda sviluppata alla fine della guerra fredda, quando la Russia era vista come una minaccia sul piano militare, culturale e tecnologico. Il fine era di contenere qualsiasi potere che fosse d’ostacolo all’egemonia americana. La Russia lo sapeva, ma non era preparata a una guerra. A quell’epoca, 30 anni fa, la Cina non era una minaccia. Ora vogliono sconfiggere la Russia e poi passare alla Cina. L’Ucraina è il campo di battaglia. Ma stanno perdendo. La Nato è in terapia intensiva, l’Europa anche, e non ne usciranno. Si sta sgretolando tutto. Il mondo intero si sta preparando a stare con la Russia, non per ‘difendere’ la Russia, ma per sconfiggere la strategia egemonica dell’Occidente”. Parole profetiche. Un mese e mezzo dopo, al G20 in India, 17 membri su 20 – tutti tranne Usa, Ue e Giappone – si sono rifiutati di condannare la Russia.
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