Da un lato, l’apertura di Vladimir Putin a negoziare la fine delle ostilità “tenendo conto della situazione sul campo di battaglia”; dall’altro, la controproposta di Volodymyr Zelensky che, basandosi proprio su quanto emerge dal fronte, ha suggerito uno scambio di territori tra i due Paesi. Passano i giorni, ma non si esaurisce la telenovela che vede i due leader scambiarsi, con cadenza quotidiana, proposte di pace che sembrano più che altro un pretesto per prolungare la guerra in Ucraina.
Un teatrino sconfortante che Donald Trump sta cercando di smuovere, trattando direttamente con lo zar e, parallelamente, esercitando un martellante pressing su Kiev, minacciando la fine del supporto militare e chiedendo che le forniture militari – passate, presenti e future – siano ricompensate a caro prezzo, con l’obiettivo di mettere alle strette Zelensky. Quel che è certo è che l’Ucraina non sembra disposta ad arrendersi.
Per questo, il leader di Kiev ha proposto, in un’intervista al Guardian, uno scambio di territori: la Russia otterrebbe il controllo del Donbass, mentre l’Ucraina acquisirebbe la regione russa di Kursk. Una proposta reiterata più volte, che ha suscitato l’inevitabile reazione del Cremlino. Il portavoce Dmitrij Peskov ha definito l’idea “un’assurdità”, precisando che la Russia “non ha mai discusso e non discuterà mai lo scambio dei propri territori”, assicurando inoltre che “le unità ucraine (da mesi presenti in forze nella regione di Kursk, ndr) saranno espulse” dalla Federazione Russa.
Guerra in Ucraina, Zelensky insiste: “Per la pace disposti a uno scambio di territori con Mosca”. Ma Putin rigetta la proposta e risponde bombardando Kiev
Se la proposta di pace di Zelensky appare più che altro l’ennesima provocazione nei confronti del leader di Mosca, anche l’apertura ai negoziati da parte dello zar sembra essere una mera strategia. A dimostrarlo è lo stesso presidente ucraino, che su X ha sottolineato come “Putin non si stia preparando per la pace: continua a uccidere ucraini e a distruggere città”, come dimostrato “dall’attacco russo della scorsa notte a Kiev con missili balistici e droni”, che ha causato almeno un morto e quattro feriti.
“Solo azioni forti e pressioni sulla Russia possono porre fine a questo terrore. In questo momento abbiamo bisogno dell’unità e del supporto di tutti i nostri partner nella lotta per una fine giusta a questa guerra”, ha aggiunto. Un appello rilanciato anche dal ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, che durante la riunione del gruppo di contatto per l’Ucraina a Ramstein ha chiesto agli alleati europei di “rafforzare la cooperazione militare e i meccanismi concreti di supporto all’Ucraina”.
Sulla stessa linea, il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha dichiarato che “ci stiamo coordinando in modo intenso con Trump” per riuscire a soddisfare tali richieste, aggiungendo che, a suo dire, “c’è una convergenza di opinioni sulla necessità di garantire che l’Ucraina sia nella migliore posizione possibile per avviare i negoziati” di pace.