“Nello spazio post-sovietico si è accresciuto lo sforzo di Mosca di riaffermare la propria primazia sull’area. Per il Cremlino, le Repubbliche ex sovietiche sono, infatti, considerate come il perimetro minimo di sicurezza atto a garantire profondità strategica all’azione esterna di Mosca e alla sua volontà di essere riconosciuta fra le grandi potenze mondiali”.
Guerra in Ucraina, Mosca considera le Repubbliche ex sovietiche il perimetro minimo di sicurezza
È quanto rileva la relazione annuale dell’intelligence italiana al Parlamento (qui il documento), definendo “centrale” in questa strategia proprio la guerra in Ucraina e spiegando come le bozze di trattato sulle garanzie di sicurezza con gli Usa e la Nato, divulgate dal Cremlino nel dicembre scorso, vadano lette come il “potenziale innesco di un negoziato su una nuova architettura securitaria europea”.
La relazione del Dis osserva come il raggiungimento della maggioranza assoluta dei seggi da parte del partito Russia Unita alle elezioni dello scorso settembre, si sia tradotto “nella riconferma di una piena autonomia politica del Partito presidenziale in seno alla Duma e in una riaffermazione della legittimità del sistema di potere putiniano”.
L’esigenza primaria di Mosca – in una visione che vede sotto attacco i valori della tradizione russa – è accrescere l’autosufficienza del Paese e rilanciarne la crescita. Il tentativo di relazionarsi con l’Occidente perde priorità, favorendo il consolidamento delle relazioni con Cina e India.
“Nonostante il crescente allineamento strategico mostrato in tali ampie sfere di collaborazione – rileva ancora la relazione annuale dell’intelligence italiana -, le relazioni tra Mosca e Pechino non hanno raggiunto il livello di una vera alleanza. Nessuna delle due, infatti, ha mai mostrato interesse a intervenire militarmente a fianco dell’altra. Finora la Cina non ha mai riconosciuto l’annessione russa della Crimea e la Russia non si pronuncia sulle rivendicazioni territoriali cinesi nel Mar Cinese Meridionale”.