La guerra in Ucraina continua anche nel 2023 senza nessun risparmio né da una parte né dall’altra. Nelle ultime ore si sono registrate perdite di uomini e di mezzi da parte delle forze russe che però hanno risposto prontamente. Intanto, il rabbino capo di Mosca ha lanciato un appello agli ebrei russi.
Guerra in Ucraina, 400 morti soldati russi in un attacco a Donetsk
La guerra in Ucraina continua anche nel 2023, ormai a quasi a un anno dall’invasione della Russia. Secondo le Forze armate ucraine la notte del 31 dicembre un attacco alla base del personale militare russo a Makiivka, nel Donetsk, ha provocato la morte di 400 soldati russi e il ferimento di altri 300 feriti. Inoltre, le forze di difesa aerea dell’Ucraina hanno abbattuto oltre 40 droni russi nella notte.
La risposta dei russi non si è fatta attendere. Su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Yaroslav Yanushevich, come riporta Unian, ha fornito i dettagli dell’ultimo attacco. “Questa mattina i russi hanno attaccato il centro di Berislav, hanno bombardato il mercato cittadino. Probabilmente, il fuoco è stato sparato da un carro armato dal lato della città di Kakhovka temporaneamente occupata”, ha scritto Yanushevich. Secondo le autorità, cinque persone sono rimaste ferite e tre versano in gravi condizioni.
Da Mosca il rabbino capo chiede agli ebrei di lasciare la Russia
Il rabbino capo di Mosca, in esilio in Spagna dallo scorso luglio, Pinchas Goldschmidt ha lanciato un appello nelle scorse ore agli ebrei russi. “Quando guardiamo alla storia russa, ogni volta che il sistema politico si è trovato in difficoltà, il governo ha cercato di reindirizzare la rabbia e lo scontento delle masse verso le comunità ebraiche. Lo abbiamo visto in epoca zarista e alla fine del regime staliniano”, ha dichiarato Goldischmidt in un’intervista al Guardian. “Assistiamo a un crescente anti-semitismo mentre la Russia torna a un nuovo tipo di Unione sovietica e, passo dopo passo, la cortina di ferro torna a calare di nuovo. Questo è il motivo per cui credo che l’opzione migliore per gli ebrei russi sia quella di lasciare il Paese”, ha aggiunto. Goldschmidt si è dimesso e ha lasciato il Paese dopo essersi rifiutato di sostenere l’invasione dell’Ucraina. “Sui capi della comunità sono state esercitate pressioni per sostenere la guerra e io mi sono rifiutato di farlo. Mi sono dimesso perché continuare come rabbino capo di Mosca sarebbe stato un problema per la comunità, per le misure repressive adottate contro i dissidenti”, ha aggiunto. Da sottolineare che già una parte di ebrei-russi ha lasciato il paese a seguito dell’invasione in Ucraina e molti altri vorrebbero lasciare la Russia, anche se i costi dei volti sono aumentati considerevolmente.