La guerra in Ucraina “non è finita” e “sfortunatamente la sua crudeltà sta aumentando” in alcune aree del Paese, afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. I combattimenti continuano nel Donbass, che resta comunque il fronte più caldo, ma non solo. Tra annunci e smentite, nelle scorse ore sono giunte notizie contrastanti sulla presa di Lysychansk, la città “gemella” di Severodonetsk, nel Lugansk, nell’Est del Paese.
Guerra in Ucraina, si continua a combattere nel Donbass
Le forze russe hanno annunciato di aver conquistato la città ma Kiev ha smentito. Poi, secondo il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk, Sergiy Gaidai, citato da Ukrinform, l’esercito russo sta cercando di prendere piede a Lysychansk. Da parte russa, invece, il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha già annunciato che la città è stata “liberata” dalle forze ucraine, secondo quanto riporta la Tass.
A Belgorod, città russa non lontana dal confine con l’Ucraina, tre persone sono morte e quattro sono rimaste ferite, secondo quanto comunicato dal governatore della regione, Vyacheslav Gladkov, citato dalla stessa agenzia russa. Gladkov in precedenza aveva riferito di una serie di forti boati seguiti da un incendio che avrebbe danneggiato 11 condomini e 39 edifici residenziali. Non sono ancora chiare le cause.
Esplosioni nella notte anche a Melitopol, città ucraina sud-orientale in mano ai russi
Esplosioni nella notte anche a Melitopol, città ucraina sud-orientale in mano i russi. Secondo Ria Novosti si tratterebbe di un bombardamento e ad apire il fuoco sarebbero state le truppe ucraine. In base alle prime informazioni diffuse dai media, l’attacco si sarebbe verificato nell’area dell’aeroporto. La guerra prosegue da 130 giorni.
“Feroci ostilità continuano lungo l’intera linea del fronte, nel Donbass; l’epicentro è, ovviamente, nelle città della regione di Lugansk”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto discorso serale.
“L’attività del nemico nella regione di Kharkiv – ha continuato – si sta intensificando. Siamo riusciti a cacciare gli occupanti da Ivanivka, nella regione di Kherson, continuiamo a fare pressione nel sud del nostro Paese. In molte città nelle retrovie – ha evidenziato – ora c’è una sensazione di relax, ma la guerra non è finita, va avanti. Sfortunatamente, la sua crudeltà sta aumentando in alcuni luoghi e non può essere dimenticata”.
“Pertanto – ha aggiunto il presidente ucraino rivolgendosi ai suoi connazionali – aiutate l’esercito, aiutate i volontari, aiutate tutti coloro che sono stati lasciati soli in questo momento. E usate costantemente tutti i vostri contatti all’estero, tutte le opportunità di informazione, anche solo i social network, per diffondere la verità sulla guerra e sui crimini degli occupanti sulla nostra terra”.
Guerini: “Siamo pronti a intervenire in Ucraina con una missione di pace dell’Onu”
il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in un’intervista a Repubblica, ha affermato che in caso di accordo “siamo pronti a intervenire in Ucraina con una missione di pace dell’Onu”. “Non vedo altre possibilità che un intervento sotto l’egida dell’Onu”, ha sottolineato il ministro, “la decisione spetterà, ovviamente, al Parlamento”.
“Quello che posso dire è che le nostre forze armate sono pronte ad assolvere i loro compiti, nel pieno dettato costituzionale” ha osservato ancora Guerini sottolineando che “oggi nel Mediterraneo si riverberano gli echi dell’aggressione russa all’Ucraina, ma anche la fragilità dell’area medio-orientale, le difficolta’ di alcune regioni del Nord Africa e, soprattutto, del Sahel”. “Da tutte queste situazioni si possono originare minacce dirette alla nostra sicurezza. Lo vediamo con quello che sta accadendo in queste ore in Libia”, ha aggiunto l’esponente dell’Esecutivo.