La guerra in Ucraina, a sette giorni dall’inizio del conflitto sul campo, potrebbe essere a una svolta. I negoziati tra Mosca e Kiev, dopo il primo round del 28 febbraio scorso (leggi l’articolo), riprenderanno questa sera.
In mattina il Cremlino aveva dichiarato che una delegazione russa era pronta a continuare i colloqui di pace con l’Ucraina. “La nostra delegazione sarà pronta a continuare i colloqui”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Nel frattempo il ministero della difesa russo ha comunicato di aver preso il “pieno controllo del centro regionale di Kherson”. L’ufficio del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha poi confermato che in serata si terrà un secondo giro di colloqui tra le delegazioni russa e ucraina.
Guerra in Ucraina, le forze russe conquistano Kherson. La Nato valuta l’ipotesi no-fly zone
Nella notte e stamattina le sirene antiaeree hanno risuonato in diverse città dell’Ucraina. Secondo Kiev Independent, gli allarmi sono stati uditi in località come Mariupol, Chernihive, Sumy, Pyryatyn, Pryluky, Dnipro, Zhytomyr e anche nella Capitale Kiev. Secondo un aggiornamento delle forze armate ucraine, in direzione di Podilsk, l’offensiva continua lungo il confine di Horenychi, Hostomel, Demidiv verso Kiev per bloccare la capitale da nord e nord-ovest.
E il bilancio della guerra in Ucraina è pesante. Quasi 6 mila soldati russi sarebbero stati uccisi nei primi sei giorni di guerra, ha evidenziato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Secondo quanto riferisce Sky News, Zelensky avrebbe continuato a insistere che la Russia non può vincere questa guerra con “bombe, attacchi e razzi”, che sono piovuti sulle città ucraine negli ultimi giorni. Per il leader ucraino, Mosca “mira a cancellare la nostra storia” dopo che il memoriale di Babyn Yar a Kiev è stato colpito da un missile russo (leggi l’articolo).
Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, citato sempre da Sky News, ha detto che la Nato starebbe “valutando” l’ipotesi di dar vita a una no-fly zone sui cieli dell’Ucraina su richiesta di Kiev. Un’opzione, finora esclusa da diversi leader occidentali, come Joe Biden e Boris Johnson, contemplerebbe automaticamente la possibilità di dover prendere di mira aerei militari russi e quindi, sulla carta, d’innescare uno scontro diretto con Mosca.