“Il Parlamento è stato molto chiaro: l’invio di armi è finalizzato a consentire all’Ucraina di difendersi e di difendere la sua popolazione dall’aggressione russa”. È quanto ha ribadito al Gr1 il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, spiegando che non si tratta di un “innalzamento” ma della “prosecuzione del nostro impegno così come indicato dal Parlamento”.
“L’invio di armi è finalizzato a consentire all’Ucraina di difendersi dall’aggressione russa”
Un impegno, ha spiegato ancora l’esponente dell’Esecutivo, “che non può essere disgiunto dal lavoro e dallo sforzo diplomatico assieme ad altri Paesi europei per raggiungere il cessate il fuoco e avviare negoziati”.
“Per quanto riguarda l’impegno sul fianco est siamo già presenti in Lettonia e Romania. Si aggiungerà – ha aggiunto il ministro della Difesa – un ulteriore impegno insieme ai paesi alleati nel fianco sud-est della Nato: in Ungheria e Bulgaria. Impegno che sarà maggiormente dettagliato nella delibera ‘Missioni’ che porteremo in Consiglio dei ministri nelle prossime settimane”.
“Stop all’invio di armi, ad aumenti delle spese per gli armamenti e all’allargamento della Nato, promozione di una conferenza di pace. È il contenuto di una mozione di cui chiederemo l’urgente calendarizzazione”. È quanto ha, invece, anticipato il capogruppo di Cal-Alt-Pc-Idv al Senato, Mattia Crucioli.
“L’Italia – si legge nella mozione – ha già inviato all’Ucraina 150 milioni in armi. E i vertici delle Forze armate ordinano l’addestramento al ‘warfighting’; per questo molte parti politiche chiedono l’aumento delle spese militari”.
“Il ministro della Difesa Guerini – ha detto ancora Crucioli – ha ribadito la disponibilità del nostro Paese a favorire un ulteriore ampliamento della Nato, il che pregiudicherebbe, ancor più, la possibilità di ripristinare una trattativa di pace con la Federazione Russa”.