Per il premier italiano Mario Draghi saranno due settimane intense di impegni internazionali: oltre al Consiglio europeo del 23 e 24 giugno, il G7 in Germania che si svolgerà al 26 al 28 giugno, nel castello di Elmau, il vertice Nato in Spagna, la visita ad Ankara e poi quella ad Algeri. Senza contare il possibile viaggio a Kiev insieme al cancelliere tedesco Olaf Scholz e al presidente francese Emmanuel Macron.
Gli argomenti sui vari tavoli diplomatici sono molteplici. A partire dal conflitto in Ucraina e le conseguenze nel quadrante del Medio Oriente; la sicurezza alimentare con la necessità di scongiurare la crisi in atto e i temi energetici. Il premier lavora, poi, a sbloccare la guerra del grano e a garantire la sicurezza energetica all’Italia.
Draghi, Scholz e Macron a Kiev giovedì
Certo è che la visita in Ucraina potrebbe essere imminente. Secondo La Stampa potrebbe essere proprio giovedì, prima che il Consiglio Ue si riunisca per decidere sulla richiesta Ucraina di essere candidata all’ingresso in Europa.
“A Palazzo Chigi è stato dato ordine di non lasciare trapelare nulla per ragioni di sicurezza, ma La Stampa – si legge sul quotidiano torinese – è venuta a conoscenza della data e ha ricevuto conferma nella triangolazione con Berlino e Parigi”. L’indiscrezione era stata lanciata nei giorni scorsi dal quotidiano tedesco Bild.
Il capo del governo tedesco è stato impegnato in questi giorni in un giro nelle capitali balcaniche, il capo di Stato francese è atteso per oggi e domani in Romania e Moldavia; Draghi è in Israele e Palestina.
L’agenda dei tre potrebbe quindi coincidere con l’attesa missione a Kiev di giovedì. Indiscrezione confermata anche dal Business Insider secondo il quale Scholz dovrebbe recarsi a Kiev proprio giovedì prossimo.
Gara delle trattative tra Turchia e Israele
Senza alcuna conferma dai diretti interessati per motivi di sicurezza tuonano intanto dalla Polonia affinché i leader in questione non mettano pressione sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky perché faccia concessioni alla Russia.
E’ l’appello formulato proprio dal ministero degli Esteri polacco in vista della possibile visita dei tre a Kiev, riferisce l’agenzia Ucraina Ukrinform. In particolare, il sottosegretario polacco Marcin Przydacz, in un programma radiofonico, ha ricordato che lo stesso presidente polacco Andrzej Duda ha esortato da tempo i leader europei a visitare l’Ucraina e ad andare a vedere con i propri occhi Bucha e Borodianka auspicando che una visita del genere possa modificare il loro approccio.
Il diplomatico polacco ritiene tuttavia che non vi sia “l’illusione” che ciò cambi completamente la linea dei tre ma è convinto che sia necessario “lavorarci su affinché non esercitino pressioni su Volodymyr Zelensky per concessioni”.
Przydacz ha detto infatti di non comprendere perché l’Ucraina “debba perdonare la Russia”. C’è da dire anche che in queste settimane di atrocità sul campo il premier israeliano Naftali Bennet e il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan hanno provato ad intestarsi la regia delle complicatissime trattative tra Russia e Ucraina.
Un posizionamento rispetto all’Europa di maggiore equilibrio che potrebbe inserirli fra quei Paesi possibili garanti, tra i quali vorrebbe essere anche l’Italia, per i negoziati che porteranno poi alla pace.