Il bando era stato pubblicato giusto un anno fa, per la precisione il 31 marzo del 2016. Roba succulenta, visto che con la procedura in questione mamma Rai aveva messo a gara la gestione e manutenzione dei sistemi informativi del gruppo di viale Mazzini. Una torta da 10 milioni di euro, elevabili a 14 in presenza delle solite, eventuali proroghe. Della stessa gara, però, a un certo punto si erano perse le tracce, sepolta sotto un’incredibile coltre di chiarimenti che la Rai, guidata dal direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, si era trovata costretta a pubblicare davanti al grande interesse suscitato dai documenti di gara. Adesso la notizia è che lo scorso 31 marzo, esattamente un anno dopo la pubblicazione, viale Mazzini è finalmente riuscita a firmare il contratto con la società vincitrice. Si tratta della multinazionale Accenture, che per 10,8 milioni di euro si è aggiudicata l’appalto triennale in raggruppamento con Accenture Technology Solutions ed Ericsson telecomunicazioni. Da quanto emerge dalle carte di aggiudicazione, però, deve essere stata una vera battaglia.
L’esito – Accenture, infatti, alla fine è riuscita a prevalere su altri 3 raggruppamenti temporanei composti da un totale di 9 società. In uno dei gruppi sconfitti, per dire, c’era uno dei big delle forniture informatiche alla pubblica amministrazione, Engineering Ingegneria Informatica, in compagnia di Softlab Laboratori per la produzione industriale del software Spa. In un altro raggruppamento figuravano Atos Italia Spa, Ntt Data Italia Spa, Fincons Spa e Piksel Limited Italian Branch. Nell’ultimo, infine, comparivano i nomi di Sistemi Informativi srl, Consoft Sistemi spa ed Exprivia Spa. Insomma, come si vede nel parterre c’erano grossi fornitori pubblici, tutti messi in fila da Accenture all’esito di una procedura che a un certo punto sembrava non dover finire mai. Certo, nessuno può nascondersi la delicatezza del bando, che tra le altre cose chiede al fornitore di garantire tutta una serie di specifiche sulla sicurezza che vanno dalle gestione dei sistemi a quella del personale. Ma è chiaro che un anno per completare la procedura non è proprio roba da poco. Ad ogni modo, almeno a stare a quanto riportato sul sito dedicato ai fornitori di viale Mazzini, quella relativa alla gestione dei sistemi informativi è una delle poche procedure di cui si conosce l’aggiudicatario. Per molto altri bandi, anche particolarmente delicati, il sito spesso e volentieri si limita a riportare la dicitura “in corso di aggiudicazione”.
Il riflesso – Non il massimo della trasparenza, per un’azienda alla quale, nel recente passato, è già capitato di scivolare sul terreno sdrucciolevole degli appalti. Lo scorso 20 maggio, tra l’altro, La Notizia aveva già segnalato la scarsa propensione alla trasparenza nella comunicazione dei vincitori degli appalti Rai. Poco meno di un anno fa c’erano 21 appalti lanciati da Viale Mazzini, tutti scaduti da un minimo di 6 mesi a un massimo di 2 anni e mezzo, che non risultavano ancora aggiudicati, almeno a stare alle singole schede pubblicate sul sito internet dedicato ai fornitori dell’azienda. Un bel mistero, soprattutto se si considera che queste 21 commesse valevano complessivamente 248 milioni di euro. Da allora alcune di queste sono state aggiudicate, ma altre se ne sono aggiunte. E così il problema della comunicazione tempestiva dei singoli aggiudicatari sembra in gran parte rimasto inalterato. E il fatto che per assegnare una gara ci voglia fino a un anno di certo non aiuta. Così come non aiuta l’atmosfera che negli ultimi mesi si è creata intorno ai vertici aziendali, con alcuni fedelissimi renziani che non hanno lesinato critiche a quello stesso Campo Dall’Orto scelto all’epoca proprio dall’ex premier Matteo Renzi.
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