Dietro le quinte della Rai, al di là delle controversie legate a TeleMeloni, si sta consumando una guerra intestina alla maggioranza che riflette chiaramente il momento convulso all’interno del governo. Lega e Forza Italia sono impegnate in un acceso confronto per trovare un accordo sul nome del prossimo presidente, mentre Giorgia Meloni osserva preoccupata questa battaglia tutta interna alla coalizione che fa fibrillare il Centrodestra.
Non c’è intesa sul nome di Agnes proposto da Fi. Sulla nuova governance Rai è stallo totale
Fino a poco tempo fa nei piani alti della Rai circolava una sola voce: il direttore generale Giampaolo Rossi sarebbe diventato il nuovo amministratore delegato mentre l’attuale Ad Roberto Sergio avrebbe assunto il ruolo di direttore generale. Uno scambio di ruoli apparentemente semplice. Recentemente, Sergio ha anche assunto temporaneamente la carica di presidente, in seguito alle dimissioni di Marinella Soldi, in qualità di membro più anziano del Consiglio di amministrazione.
Ma il nodo cruciale resta la futura presidenza. È su questo punto Matteo Salvini e Antonio Tajani sono arrivati allo scontro. I berlusconiani propendono per Simona Agnes, figlia dello storico direttore generale di Viale Mazzini. Agnes però non piace alla Lega e qui si crea la situazione di stallo. Fratelli d’Italia, che ha sostenuto la promozione di Rossi, chiede agli alleati di trovare un accordo su un nome da proporre alle opposizioni, dato che sulla presidenza è richiesto il gradimento a maggioranza qualificata (4 in più rispetto a quelli in possesso del centrodestra) in Commissione di Vigilanza. Contrariamente a quanto sostiene la narrazione governativa, non sono le opposizioni a bloccare il processo. Fonti del Partito democratico e del Movimento 5 stelle confermano che ad oggi non è iniziato alcun dialogo con la maggioranza riguardo al rinnovo della governance Rai. In sostanza Lega e Forza Italia non riescono a trovare un’intesa e non hanno ancora una proposta concreta da presentare al Parlamento e ai colleghi delle opposizioni.
Per Forza Italia le nomine rappresentano una partita delicata
Per Forza Italia le nomine Rai rappresentano una partita delicata. Antonio Tajani è stato pubblicamente criticato dalla famiglia Berlusconi, principale creditore del partito. Se il vice premier dovesse apparire ininfluente anche sulle sorti della governance delle reti pubbliche la sua posizione potrebbe essere messa in discussione. Per questo motivo la nomina di Agnes alla presidenza assume un’importanza strategica. La maggioranza avrebbe finora avuto un’interlocuzione solo con Italia Viva, ma i soli due voti a disposizione dei renziani in Vigilanza non bastano comunque a garantire il via libera al prossimo presidente della Rai.
Gli altri partiti di opposizione osservano le tensioni nella maggioranza e rilanciano una proposta: sfruttare questa impasse per organizzare gli Stati generali del servizio pubblico e pensare a una riforma che soddisfi le richieste dell’Unione Europea, come suggerito da Barbara Floridia, presidente della commissione di Vigilanza Rai in quota Cinque Stelle. Il Senato ha fissato per il 12 settembre la votazione dei 2 membri del CdA di sua competenza, mentre la Camera, a guida leghista, non ha ancora provveduto ad ulteriore dimostrazione dell’impasse in atto. Così nella partita della Rai all’opposizione non resta che osservare le difficoltà della maggioranza.