Sei ore di interrogatorio. Tanto è durato l’atteso confronto tra Henry John Woodcock e i procuratori di Roma che indagano sul pm napoletano per rivelazione del segreto d’ufficio insieme alla giornalista Federica Sciarelli, nell’ambito dell’inchiesta Consip. L’interrogatorio al quale hanno partecipato il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi si è tenuto in un luogo (pare una caserma dei carabinieri al centro di Roma), lontano da occhi indiscreti e dall’inevitabile assalto dei giornalisti. Nel corso delle sei ore di interrogatorio, secondo quanto è emerso, Woodcock ha respinto tutte le accuse e ribadito di essere innocente. L’interrogatorio si sarebbe svolto in un clima disteso: gli elementi forniti da Woodcock dovranno ora esser vagliati dai pubblici ministeri della Capitale, ma a quanto pare il pm di Napoli avrebbe fornito elementi per sostenere di non essere il responsabile della fuga di notizia seguita alle iscrizioni nel registro degli indagati di Napoli, il 21 dicembre scorso, dell’attuale ministro dello Sport Luca Lotti, del comandante generale dell’Arma dei carabinieri Tullio Del Sette e del comandante dei carabinieri della Legione Toscana, generale Emanuele Saltalamacchia, per rivelazione del segreto d’ufficio.
L’indagine – Sono due i fascicoli aperti dalla Procura di Roma per la fuga di notizie sulla vicenda Consip: uno è legato alle notizie relative a atti istruttori coperti da segreto di cui sono venuti a conoscenza organi di stampa. Proprio per questa vicenda il Noe venne sollevato dalle indagini che furono affidate al Nucleo investigativo di Roma, e proprio in questa inchiesta è coinvolto il magistrato di Napoli. Nell’altra indagine, quella legata a informazioni giunte ai vertici Consip che erano a conoscenza di intercettazioni e pedinamenti in corso, rispondono di rivelazione di segreto d’ufficio gli stessi Lotti, Del Sette e Saltalamacchia. Mentre prosegue l’indagine per la fuga di notizie, vanno avanti i procedimenti sugli appalti della centrale acquisti della pubblica amministrazione, ed è fissato per il 19 ottobre il processo all’imprenditore Alfredo Romeo, e il funzionario Consip Marco Gasparri, entrambi accusati di corruzione nella prima tranche dell’inchiesta.
Il dubbio – Intanto, ovviamente, anche la politica è in fermento. Sulla perquisizione subita da Marco Lillo e sul coinvolgimento nell’inchiesta di Federica Sciarelli, Francesca Businarolo, membro M5S della commissione Giustizia, ha annunciato di aver presentato una interrogazione alla Presidenza del Consiglio: “Garantire la libertà di stampa, tutelata dall’articolo 21 della Costituzione, è uno dei principali aspetti di un paese democratico – afferma la deputata – rimane la domanda, come anche Marco Lillo ha dichiarato, in merito all’informativa del Noe del 9 gennaio scorso: le principali testate giornalistiche l’avevano già pubblicata, il giornalista ne scrive soltanto il giorno dopo”.