di Marco Castoro
Questa nuova Rai con il vestito ingessato piace tanto alla governance ma dal punto di vista degli ascolti lascia un po’ a desiderare. Anche se il ritorno allo spirito del servizio pubblico fa tornare alla mente il periodo più glorioso di Viale Mazzini. Ma nell’era di internet e dei grillini è ancora vincente una tv ingessata a doppio petto? Mah. A giudicare dagli ascolti sembrerebbe proprio di no. Anche se non va dimenticato che la tv che poi viene rilevata dall’auditel è quella vista dalle fasce di età più anziane. Visto che i giovani la tv se la guardano via streaming. Può darsi quindi che la strategia del ritorno al passato dia qualche risultato. Tuttavia il dg Luigi Gubitosi ha deciso di proseguire su questa strada: «Sono orgoglioso di quelli che vengono considerati flop come Dante e La Grande Storia. La Rai continuerà a fare questo tipo di serate. C’è poi da dire che Dante si è ripagato con la pubblicità. Diffondere e divulgare è la mission della Rai».
Se questa è la mission c’è da aspettarsi una Rai più sobria. Senza Miss Italia e senza trasmissioni trash. Se poi i risultati dello share da quando Gubitosi ha cambiato i tre direttori di rete non sono idilliaci poco conta. Ci sono sempre le fiction e la partite della Nazionale a riequilibrare le medie di ascolti di Raiuno. Discorsi diversi per Raidue e Raitre. La prima in affanno, la seconda in crisi sui programmi del prime time. Da questo punto di vista l’era Andrea Vianello non ha affatto portato bene. I programmi innovativi sono tutti andati male, finora reggono solo i classici Ballarò e Chi l’ha visto?
Raidue le sperimenta tutte per uscire dal tunnel ma finora non ci riesce. Il talk Virus con Nicola Porro è partito ottenendo un buon risultato medio (6,5%) e 1,3 milioni di telespettatori. Può crescere e arrivare all’8% anche se ha bisogno di più ritmo. L’Ultima parola di Gianluigi Paragone fece l’8% in prima serata ma l’esperimento ebbe lo stesso effetto di due gocce di pioggia nel deserto. Del resto a Viale Mazzini quando sentono parlare di antipolitica chiamano l’esorcista. Non resta che sperare nel coraggio di Porro, bravo conduttore che però in futuro dovrà battersi per avere ospiti meno ingessati di Monti ed Epifani. Anche se dovrà vedersela, (e qui non può farci nulla) con un format sobrio sì, ma non certo innovativo. Del resto il nuovo (e vecchio corso) di Viale Mazzini brucia sul nascere ogni tentativo di sperimentare.
Il vice di Raidue come Marzullo. Senza video ma non molla
Venerdi 19 luglio in prime time va in onda la prima puntata de Il verificatore, spin off di Voyager che si occuperà di bufale che girano in Internet. Roberto Giacobbo, vicedirettore di Rai 2, amico del cuore di Maurizio Gasparri, non sarà in video ma avrà del programma (puntata unica) soltanto la cura. Quanto alla ripresa autunnale, del prossimo ciclo di Voyager alcune puntate sono già state registrate e dunque il dg Luigi Gubitosi – che ha imposto ai dirigenti la scelta fra video e incarico operativo – potrebbe dare a Giacobbo una deroga per le sole trasmissioni realizzate. In seguito, Giacobbo che ha optato per la voce direzione, sparirà dal video non senza avere chiesto aiuto ai suoi sponsor (lo dicono i bene informati, il condizionale ė d’obbligo) per mantenere il doppio incarico. L’irriducibile Giacobbo sembra ricalcare le gesta di Gigi Marzullo che pur di non mollare le sue trasmissioni Cinematografo e Sottovoce, va in onda solo in audio, facendo le domande agli ospiti senza apparire in video.