di Angelo Costa
I primi ad arrivare ieri mattina alla riunione convocata dal dg alle 8,30 avevano appena preso il caffè pensando che al bar, su all’ultimo piano del palazzo di viale Mazzini sarebbero saliti un paio d’ore dopo. Ma Luigi Gubitosi non è un manager che ti fa riposare, anzi. L’appuntamento è andato avanti fino quasi all’ora di pranzo perché le comunicazioni del capo della Rai erano davvero importanti. Illustrando il piano industriale 2013-2015 il dg ha fatto capire innanzitutto che non ha alcuna intenzione di traslocare: resterà al suo posto di comando finché dura il suo contratto e finché non avrà risanato i conti di un’azienda che oggi è sull’orlo del profondo rosso. Via dunque alle “misure” di impatto come l’addio alla sede storica del cavallo di viale Mazzini con trasferimento in una zona meno centrale e più economica. Prosegue la cura dimagrante della struttura occupazionale che punta a snellire ancora l’assetto anche dal punto di vista dirigenziale. I prossimi a finire sulla pedana del prepensionamento saranno, avendone i requisiti di anzianità, coloro che sono nati nel 1955. Per tamponare la fuoriuscita di denaro, il dg ha anche indicato la via della “non trattativa” con tutti i dirigenti che faranno causa alla Rai. Si tratta di circa 600 persone che il 30 giugno lasceranno l’azienda. Questo permetterà a circa mille precari (di bacini B e A) di scalare posizioni per la conquista dell’agognato contratto a tempo indeterminato. Quanto ai contenuti e all’offerta editoriale, il dg è stato altrettanto esplicito. No al gossip, al trash e alle trasmissioni costruite intorno al pettegolezzo o alla cronaca rosa (il caso della bestemmia al matrimonio della Marini andata in onda a Domenica in non è stato ancora digerito dai vertici Rai) a vantaggio del web, della digitalizzazione e dei giovani, per i quali si deve fare molto di più per coinvolgerli, a cominciare dalla radiofonia. Ma sono sotto osservazione anche i programmi dello storico autore e regista Michele Guardì che attualmente ha sotto di sė un quotidiano I fatti vostri (affidato allo strano terzetto composta dalla vecchia guardia Giancarlo Magalli, dal cantante Marcello e dalla prediletta del regista più pagato dalla Siae, la finta bionda Adriana Volpe) e 2 bisettimanali del sabato e della domenica Unomattina week end e Mezzogiorno in famiglia con Tiberio Timperi e Miriam Leone, Amadeus e Laura Barriales. Troppa roba, insomma, per una vecchia gloria come Guardì che è sopravvissuto ad ogni governo e a qualsiasi dg della Rai (ma si è ingigantito sotto l’impero del berlusconiano Mauro Masi che considerava Michele un grande cervellone della tv). Trema la poltrona anche manager inossidabili come Andrea Lorusso Caputi, direttore produzione tv e Luciano Flussi, capo del personale che non sarebbero più nelle grazie di Gubitosi. Il dg ama che vengano rispettate le regole e più di qualcosa invece nella “macchina Rai” (fra contratti e produzioni esterne) non quadra. Già rimosso Daniel Toaff, il vice di Giancarlo Leone, che andrà in pensione il 30 giugno e anticiperà l’uscita grazie alle ferie.
Trasloco da Viale Mazzini
Entro gennaio 2015 il palazzone sede della Rai verrà demolito per poi essere ricostruito. È l’unico modo per eliminare l’amianto. Ora la Rai cerca una sede provvisoria che dovrà ospitare tutti gli uffici aziendali. I grandi costruttori, da Toti a Caltagirone, e i grandi gruppi , da Grandi Stazioni a Bnl stanno offrendo palazzi e dimore per convincere Gubitosi.