di Angelo Costa
E’ bastata una mezza frase del direttore generale Rai contro la politica per scatenare una autentica guerriglia a parole. Che cosa ha detto Luigi Gubitosi? «L’interazione con la politica distrae enormemente dal business. Dovremmo occuparci di programmazione, ma abbiamo avuto 90 o forse addirittura 100 interrogazioni parlamentari. Abbiamo continue convocazioni alla Commissione di Vigilanza. Quando negli anni Cinquanta ci siamo ispirati al modello della Bbc, abbiamo pensato al canone cioè a una fonte di finanziamento già realizzata in Inghilterra che fosse indipendente. Ma mentre in Gran Bretagna è stata creata una fondazione capace di liberare la Bbc dall’influenza del mondo politico, qui in Italia abbiamo creato una Commissione di Vigilanza e un Consiglio, dominati dalla politica. Il prossimo periodo sarà un tempo di cambiamenti, visto che il 2016 sarà l’anno di scadenza della concessione. Sarà importante rivedere la nostra governance. Chi occupa ma non utilizza le frequenze andrebbe penalizzato».
Ma il “lasciateci lavorare in pace” di Gubitosi è stato preso come una dichiarazione di guerra. Soprattutto dalle parti del Pd. «Il direttore generale della Rai è stato nominato dalla politica: abbia rispetto per il parlamento e per le normative sulla natura pubblica dell’azienda radiotelevisiva di Stato». Hanno detto i deputati del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, e Gero Grassi, componente della commissione. «È la legge a prevedere – hanno spiegato i parlamentari – la vigilanza della commissione bicamerale sul servizio pubblico, così come è sempre la legge a stabilire le modalità di nomina dei vertici dell’azienda. Se al direttore Gubitosi, arrivato alla direzione generale della Rai non per concorso ma per nomina politica, queste regole non piacciono, avrebbe potuto rifiutare la nomina. Di certo non può pensare di scaricare sul parlamento eventuali colpe sulla sua gestione aziendale o denigrare l’operato stabilito per legge della commissione di Vigilanza. Il presidente Fico chieda ufficialmente spiegazioni sulle sue dichiarazioni». «Se Gubitosi vuole parlare di business – hanno aggiunto i deputati Pd – spieghi come è stato possibile che Raiuno, la rete ammiraglia della Rai, intestardendosi sulla trasmissione Mission sia stata quasi superata addirittura da Sky, regalando la vittoria della serata alla concorrenza Mediaset».
Brunetta difende Preziosi
Questa volta Brunetta ha tirato fuori il lato buono. Si è messo a fare il difensore contro i cattivi che criticano i personaggi Rai. «Da alcuni giorni si susseguono attacchi incomprensibili e politicamente mirati ai danni del direttore del Giornale Radio e di Radio 1, Antonio Preziosi. Questi attacchi, provenienti per lo più da alcuni esponenti del Partito democratico, di Sel e di Scelta Civica costituiscono una sorta di intimidazione nei confronti di un direttore del servizio pubblico Radiotelevisivo. Ci auguriamo che il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, usi anche nei confronti del direttore Preziosi la stessa determinazione con la quale ha difeso altri direttori della Rai».
Boom dei film di Mediaset. X-Factor come Raiuno
Dalla sala cinematografica direttamente alla prima serata di Canale 5: esordio boom ieri per il film Il peggior Natale della mia vita, leader assoluto della prima serata con 5.975.000 telespettatori totali e una share del 22,24%. Il film del Biscione ha superato nell’ordine Santoro (2.850.000-12,55%), Mission (2.273.000-8,85%) e X-Factor quasi 2 milioni-8,8% (1.080.000 con il 4.85% su SkyUno e 879.000 con il 3.95% su Cielo).