Il Pd sarà guidato da Elly Schlein. Michele Gubitosa, deputato e vicepresidente del M5S, che ne pensa e cosa si aspetta?
“Gli elettori del Pd hanno senz’altro chiesto un cambiamento netto. Speriamo che la nuova segretaria sia in grado di opporsi con chiarezza a questo governo, abbandonando ogni tipo di apertura e una linea troppo morbida come quella tenuta finora dal Partito democratico”.
Secondo lei la nuova leader darà un taglio netto al renzismo?
“Le questioni interne al Pd non mi riguardano. È più importante capire quale sarà l’approccio di Schlein sui temi che interessano al Paese”.
Ritiene che con la Schlein si possa riaprire il dialogo con voi e in prospettiva immaginare Pd-M5S un fronte unito e unico d’opposizione?
“Lo ripeto, la conditio sine qua non sono i temi. Se ci sarà una svolta rispetto all’appiattimento sulla fantomatica ‘agenda Draghi’, allora si potrà valutare un dialogo. Sicuramente non ci sarà una preclusione a priori da parte nostra, ma non basta cambiare il nome del segretario, bisogna cambiare atteggiamento”.
E se sì su quali temi sarà possibile la ripresa del dialogo?
“Il M5S ha dimostrato con i fatti quali sono i temi sui quali intende battersi. Il lavoro, a partire da salario minimo e settimana corta, poi le politiche sociali per i più fragili, in primis difendendo la svolta storica permessa dal Reddito di cittadinanza. Ma anche la tutela dell’ambiente, continuando a lavorare per la transizione energetica, e il sostegno alle imprese e al ceto medio, colpiti duramente e inesorabilmente dall’innalzamento dei costi e dallo smantellamento di misure fondamentali come il Superbonus”.
L’emergenza salariale è la grande rimossa dall’agenda del governo Meloni.
“Mi sembra evidente che questo governo sia lontano anni luce dalle reali esigenze di questo Paese. Vive alla giornata, senza visione politica e ripetendo vuoti slogan che denotano totale impreparazione”.
Diversi Paesi sperimentano la settimana di quattro giorni.
“Le sperimentazioni ci dicono che la misura è estremamente promettente, quindi penso che dovremmo provarci anche noi. Un lavoratore che può passare più tempo in famiglia o facendo ciò che più gli piace è sicuramente un lavoratore più sereno e motivato. E rifiuto decisamente la narrazione secondo la quale in Italia in troppi se ne approfitterebbero: basta con questo insopportabile provincialismo”.
Come considera la fine del Superbonus?
“Un gravissimo errore, un autogol per il Paese. Tutti i membri della maggioranza avevano promesso, in campagna elettorale, che avrebbero confermato il Superbonus e ora si rimangiano tutto e voltano le spalle a imprese e lavoratori. Il tutto condito da dati falsi, fabbricati per difendere l’indifendibile. I numeri reali dicono ben altro: rinunciamo a una misura che ha contribuito in modo fondamentale al rilancio del Pil italiano, che ha creato un milione di posti di lavoro e generato un valore economico di 195 miliardi. Il tutto al costo di 88 euro a cittadino. Per fare uno sgarbo al M5S, si cancella tutto questo e si mettono a rischio 40mila aziende e 130mila lavoratori”.
Il pestaggio a Firenze degli studenti ci deve fare temere una nuova ondata di squadrismo?
“Quanto accaduto è senza dubbio molto preoccupante e non possiamo permetterci il lusso di sottovalutare i fatti. Dobbiamo lavorare sui più giovani, per evitare che certi rigurgiti di fascismo tornino di attualità. Siamo un Paese fondato sull’antifascismo e non dobbiamo dimenticarlo”.