di Fausto Cirillo
In attesa che una conferenza stampa celebri domani il “restitution day”, i grillini comunicano ufficialmente che ammonta a 1,5 milioni di euro la somma che i loro parlamentari restituiranno allo Stato, destinandola al Fondo di ammortamento del debito pubblico. Si tratta dei soldi che in questi primi due mesi e mezzo di legislatura hanno volontariamente sottratto alle indennità parlamentari e alle diarie, così mantenendo l’impegno preso in campagna elettorale. I pentastellati cercano così di concludere in positivo una partita che tante divisioni ha creato all’interno di un Movimento in perenne fibrillazione. Proprio per evitare in queste ore un nuovo effetto boomerang, gli ‘esperti’ della comunicazione dei due gruppi di Camera e Senato hanno così stilato una sorta di decalogo di comportamento per gli eletti: «Non fate gossip, evitate di attaccare i vostri colleghi sulle cifre della diaria. Lasciate che sia la Rete a giudicare». Tanto saranno i militanti a vigilare sulla Rete, pronti a scatenarsi contro quanti non avranno mantenuto la parola data.
Nel frattempo Beppe Grillo è tornato ieri a dettare la linea politica, pubblicando sul suo blog una finta pagina del Corriere della Sera con il titolo “Le dimissioni di Letta. Grillo capo del governo. Un proclama di Napolitano” e scrivendo che «il governo fa solo annunci e tira a campare per non tirare le cuoia sotto l’attenta regia di Napolitano, che dal Colle elargisce segni di sostegno quotidiano ai ministri. Tutto secondo la norma. Nessuna nuova, pessima nuova. Ci si avvia verso la catastrofe economica senza che nessuno nel governo, nei partiti, nelle istituzioni abbia il coraggio di denunciarlo, di fare qualcosa. Con questi non cambieremo mai. Il loro unico obiettivo è di guadagnare tempo, come i condannati nel braccio della morte». E ancora: «Non vorrei essere nei panni di questi politici, di questi pennivendoli quando il popolo italiano capirà di essere stato ingannato. L’italiano viene descritto come “brava gente” ma può diventare feroce, come dimostrato dalla Storia, anche recente». L’ex comico si è rivolto quindi al capo dello Stato: «Napolitano vada in televisione, in prima serata e parli alla Nazione. Dica la verità sullo stato dell’economia, sulle misure che dovremo prendere, sui sacrifici enormi che ci aspettano. Imponga la cancellazione del Porcellum e sciolga il Parlamento. Quest’agonia non può durare. Chiedo un incontro con Napolitano». Di lì a poco ambienti del Quirinale hanno fatto sapere che il presidente della Repubblica non ha ricevuto alcuna richiesta in tal senso da Grillo, almeno non «nei modi necessari perché potesse prenderla in considerazione».