Prima l’ordinanza che impone il Green Pass per accedere negli uffici pubblici della Sicilia, poi le polemiche furibonde e, infine, il dietrofront di Nello Musumeci. Con i contagi che galoppano (leggi articolo sopra), il governatore siciliano aveva stabilito che le persone sprovviste del certificato verde avrebbero potuto usufruire dei servizi esclusivamente da remoto. Una stretta ben più severa della normativa nazionale che, come sempre accade, ha scontentato tutti.
Per questo prima la Lega e Fratelli d’Italia hanno gridato allo scandalo chiedendo la sospensione dell’ordinanza, poi è intervenuto anche il Garante per la Privacy chiedendo chiarimenti alla Regione e ricordando che le misure di sanità pubblica che implichino il trattamento di dati personali ricadono nelle materie assoggettate alla riserva di legge statale. In altre parole non possono essere introdotte con un’ordinanza regionale come invece è accaduto.
Tanto ha reso inevitabile il dietrofront del governatore che, con una nota da Palazzo d’Orleans, non ha potuto fare altro che annunciare la sospensione temporanea della norma in attesa dell’interlocuzione già avviata con il Garante. “Tale provvedimento si inserisce in un più ampio novero di chiarimenti sulla medesima disposizione che costituiranno l’oggetto delle indicazioni richieste in merito dal Garante”, precisano dalla Regione spiegando che la misura sospesa “è indirizzata esclusivamente agli utenti e non anche agli operatori”.